Laboratori di cucina, musicali, artistici. Una frequentazione assidua di parrocchia, associazioni, piscina. L’avvio, in tempi recenti, di rapporti stretti con l’attivissima Casa di Quartiere. La riflessione, in corso, per l’allargare l’ospitalità non solamente alle persone affette da AIDS.
“Qui a Casa Padre Marella– spiega Lara Guzzinati, responsabile della struttura socio-assistenziale residenziale del Gruppo CEIS che oggi ospita al piano terra e al primo piano di via Massarenti a Bologna, alle porte del centro storico, 14 persone affette da AIDS e da patologie correlate che non possono contare su un adeguato supporto familiare – le attività di inserimento, socializzazione, recupero della qualità della vita, procedono senza sosta. Stiamo ora ragionando sulla possibilità di accogliere ospiti con malattie sovrapponibili all’AIDS, ematiche e oncologiche in particolare, perché c’è bisogno e richiesta”.
Il rapporto, di fatto, è di un operatore per ciascun ospite. L’équipe multiprofessionale che opera in struttura è infatti composta da 13 persone: educatori, infermieri, OSS, una psicologa.
“La nostra utenza ha esigenze conclamate e un’autosufficienza relativa, ma chi può e se la sente vive il Quartiere, le sue occasioni e le molteplici opportunità. Chi ha autonomia, può e deve svilupparla. Oltre che su assistenza e cura, lavoriamo sulla progettazione di una più elevata qualità del vivere degli ospiti che passa anche attraverso la ricucitura, almeno parziale, dei rapporti e del tessuto familiare. Ricamiamo sottilissimi fili di relazionalità per ricostruire scampoli di parentela e significativi legami affettivi”.
“La scelta fatta nel 2019 di spostare la struttura dalla provincia, eravamo a Sala Bolognese, nel cuore di Bologna, si è rivelata azzeccata. Vantaggiosa per lo sviluppo della socialità, dell’assistenza e della cura grazie alla vicinanza con l’ospedale S. Orsola – spiega Guzzinati -. Cominciamo a farci conoscere, il Quartiere è accogliente e inclusivo. Bellissima e particolare è l’esperienza con gli scout. Arrivano qui nel week end, di diversa età, con il loro carico di entusiasmo, curiosità e le chitarre. Soprattutto senza alcun timore né pregiudizio. Ci regalano una contagiosa vitalità. Si cucina e si gioca, si suona e ci si racconta. Nasce una magia legata ad un’energia che ha una forza salvifica per i nostri ospiti”.