“La musica classica è un bene che deve essere accessibile a tutti. Cultura ed arte sono un diritto della persona”. Metti una giornata in cui l’associazione “Concordanze” – unione di musicisti di tre delle più importanti istituzioni musicali bolognesi: Teatro Comunale, Dipartimento di Musica e Spettacolo e Conservatorio G.B. Martini – entra in “Oikos”, comunità per minori femminile residenziale del gruppo CEIS nel centro di Bologna, e nasce qualcosa di “speciale”.
La giornata in questione era il 28 maggio e per Maria Paladino, responsabile di “Oikos”, è stata davvero un evento. “Un’esperienza estremamente positiva per le nostre ragazze che hanno avuto l’opportunità di ascoltare musica classica, genere di solito trascurato, e che invece hanno mostrato di saper apprezzare”. Per “Concordanze” era il secondo appuntamento con “Oikos”; ennesima, significativa tappa di un percorso a lungo termine dell’associazione, che si prefigge l’obiettivo di portare la musica classica in luoghi di forte interesse sociale.
“Oikos” è una comunità ormai adulta. Nata nel 2003, per rispondere all’esigenza del territorio bolognese di dotarsi di una struttura residenziale per l’accoglienza di ragazze minorenni – dai 13 ai 18 anni – in tutela ai servizi sociali, in protezione sociale, con provvedimenti penali o straniere non accompagnate, si è modellata nel tempo a seconda del tipo e delle problematiche espresse dall’utenza.
La struttura, al primo piano di uno stabile del centro storico di Bologna dotato di un giardino interno, dispone di 10 posti letto. Un ampio ingresso e un grande salone che funziona da sala da pranzo e sala ricreativa, una cucina moderna e funzionale, costituiscono la zona giorno. Quattro le stanze da letto, tutte dotate di scrivanie ed armadi in modo da garantire a ciascuna ragazza di poter usufruire di ambienti confortevoli.
“Oikos” è gestita da un’equipe di 10 educatori professionali, che si occupano di garantire la definizione di un percorso di vita attraverso un progetto educativo personalizzato che comprende investimenti scolastici e professionali, tempo libero, cura personale e sanitaria.
“Le ragazze, tutte minorenni, sono accomunate dal bisogno di un sostegno educativo atto a definire un percorso di vita, professionale e scolastico, necessario all’inserimento sociale – sottolinea Maria Paladino -. Quando raggiungono la maggiore età, se necessario, è possibile il prolungamento del percorso socio-educativo in appartamenti di semiautonomia situati nello stesso stabile. La comunità è abitualmente impegnata a creare una rete di opportunità relazionali attivabili durante il periodo di permanenza residenziale, legate al territorio, che permettono alle ragazze di fare esperienze differenziate in base alla propria età, interessi e bisogni. Parliamo di stage formativi, contatti con lo Spazio Giovani e con altri enti di volontariato presenti sul territorio, di esperienze di teatro e volontariato. Inoltre, Il CEIS collabora da molti anni con l’Università di Bologna e con altri atenei nazionali (in particolare con le facoltà di Psicologia e Scienze della formazione) per tirocini che consentano agli studenti in formazione di fare pratica all’interno di strutture residenziali per minori”.
“È stato un anno molto complesso a causa del Covid-19, ma grazie all’inventiva degli educatori siamo riusciti, nonostante tutto, a far partire una serie di attività che hanno permesso alle giovani ospiti della comunità di superare positivamente le restrizioni in vigore in questo periodo. Inaspettatamente, le ragazze si sono messe alla prova con entusiasmo in campi inesplorati fino a quel momento. Parlo di un corso di danza per esplorare il corpo attraverso il movimento; quindi abbiamo allestito un orto in giardino e creato un piccolo campo da pallavolo. Attività essenziali per le ragazze che, per mesi, causa lockdown, sono rimaste confinate in comunità, senza poter incontrare famigliari, fidanzati o amici. Ora ci aspetta il mare. In agosto, andremo in campeggio sulla riviera romagnola”.