Da accogliere a riabilitare, i “verbi” che guidano l’attività CEIS

Ottantatré sedi operative, 460 dipendenti a gestire strutture residenziali sanitarie, socio-sanitarie, terapeutiche, educative e altri servizi. Duecento i volontari. Età media degli ospiti: 45 anni. La presenza femminile tra il personale supera il 60%.

Il Gruppo CEIS opera a livello regionale, in particolare nelle province di Modena, Bologna e Parma. Un territorio ricco di opportunità l’Emilia-Romagna, ma non privo di situazioni di forte difficoltà sociale.

Le aree maggiormente interessate dall’impegno CEIS sono quelle della dipendenza, del disagio minorile, delle problematiche psichiatriche e dell’alimentazione, del disagio adulto. A supporto, si aggiungono attività di prevenzione, di inclusione, di formazione e ricerca, oltre all’agricoltura sociale.

La “fotografia 2020” delle attività del gruppo, ampiamente rappresentate nel nuovo Report Sociale, è stata illustrata di recente, nel corso dell’Assemblea Generale, da Roberto Berselli, Vice Presidente Consorzio CEIS.

Parliamo di una famiglia “allargata”: CEIS Fondazione onlus, CEIS A.R.T.E., CEIS Formazione, Consorzio Gruppo CEIS con il supporto delle associazioni A.MA-odv,  CESAV-odv, Alchemia ASD-APS e Casaperta-odv. Con collaborazioni ad ampio raggio: famiglie, Comuni, associazioni di categoria. persone, scuole, imprese. Asl, Università.

L’approccio del Gruppo, un’evoluzione nel tempo del modello “biopsicosociale, è oggi biologico, spirituale, psicologico, sociale, esistenziale, culturale.

Le persone seguite in regime residenziale o semi residenziale nello scorso anno sono state 2.181. 8.860 i minori e gli adulti contattati in attività preventive e di consulenza.

Valori a azioni passano attraverso sei verbi. “Accogliere, Includere, Prevenire, Riabilitare, Formare e Animare”.

“Sono queste le nostre parole chiave – sottolinea Roberto Berselli -. Il 2020 è stato di gran lunga l’anno più complicato che abbiamo mai vissuto. L’emergenza sanitaria, purtroppo ancora in atto, ci ha obbligato a confrontarci con una realtà del tutto imprevedibile, che ha messo a dura prova le nostre certezze. E questo sia come cittadini sia come operatori CEIS”.

“Non dobbiamo comunque dimenticare anche gli aspetti positivi, rappresentati dai traguardi raggiunti dai nostri utenti che hanno utilmente concluso i percorsi riabilitativi e di cura e dai progetti portati a termine. Persone disabili che abbiamo accompagnato a ritrovare un lavoro, chi abbiamo incontrato e a cui siamo stati, almeno un po’, di aiuto. Quindi coloro a cui abbiamo dedicato il nostro ascolto e chi da noi ha studiato e si è formato. Siamo orgogliosi di aver intrecciato rapporti con persone che grazie al nostro lavoro hanno ripreso a volersi bene e a prendersi cura di sé stesse e, a loro volta, ci hanno arricchito di umanità. Così come del lavoro amministrativo e tecnico realizzato a supporto delle altre attività”.

Le attività del Gruppo

Accogliere – Si parla di MSNA, migranti, emergenza freddo, Le Cento Lune. L’accoglienza si intreccia con l’accettazione, il lavoro sui bisogni relazioni di persone che si “affidano” e con le quali si crea un rapporto di fiducia.

Il segno dell’impegno 2020 è ben rappresentato, ad esempio, dai beni distribuiti all’interno dell’operatività del servizio “Sulla Frontiera”.  22.966 brioches, 2.218 litri di latte, 1.486 litri di caffè, 366 litri di the, 1.841 litri di succhi di frutta, 266 kg di zucchero, 18.620 panini, 4.655 vasetti di yogurt e altrettante porzioni di frutta, 9.310 bottigliette d’acqua.

Le “Cento Lune”, un dormitorio che però è venuto in contatto con 19 donne e 25 minori.

Includere – Tirocini, percorsi socio lavorativi, azioni formative per utenti, progetto carcere, progetto Faber. Per rispondere ai bisogni espressi di inserimento e reinserimento lavorativo di persone svantaggiate. Un’attività che, nel 2020, forzatamente ha rallentato, per la crisi economica e gli effetti della pandemia. Una buona parte delle azioni volte all’inclusione sociale sono state rivolte agli ospiti delle comunità di accoglienza. La possibilità per queste persone di accedere al mondo del lavoro attraverso il tirocinio formativo, che in diversi casi si concretizza in opportunità lavorativa, ha rappresentato una modalità molto importate con cui si favorisce la conclusione dei percorsi comunitari degli ospiti e il passaggio all’autonomia. I tirocini formativi sono stati pressoché egualmente suddivisi tra minori, disagio sociale non certificato, soggetti con dipendenza.

Prevenire – Un’azione che ha riguardato minori, interventi preventivi nella scuola e sul territorio, sportelli d’ascolto e centri aggregativi. L’impegno dei Centri Studi-Prevenzione di Parma, Modena e Bologna ha rappresentato un osservatorio privilegiato e sensibile in cui intercettare “vecchi” e nuovi bisogni di minori e famiglie. In particolare, relativamente al mondo della scuola. Gli effetti dell’emergenza sanitaria hanno comportato grande impegno e creatività per riconvertire progetti e strumenti in consulenze, laboratori, formazione on line. Ci si è trovati di fronte a nuovi bisogni da parte dei giovani che si sono trovati – in periodo di lockdown – a navigare in un mare mosso di emozioni, in cui spesso emergevano ansia, stress, vergogna, senso di perdita, paura di contagiarsi e contagiare.

Riabilitare – Dal punto di vista fisico, emotivo, relazionale, della cura e del benessere. La sfida è quella di avvicinare le persone accolte nelle strutture e nei servizi CEIS quanto più possibile all’autonomia e all’emancipazione dall’istituzione. Per far sentire la persona padrona del proprio destino, in una logica di cambiamento continuo accettando i limiti della propria malattia e con l’obiettivo di migliorare la propria esistenza. Il riferimento è a chi soffre di dipendenze da sostanze e comportamentali, disturbi alimentari o psichiatrici, a chi è ospite nelle Case Accoglienze per HIV.

Trentasei gli ospiti nella struttura per DCA, 433 coloro coinvolti in qualche forma di dipendenza da droga o alcol.

Come riabilitare in tempo di pandemia? Un primo aspetto è stato quello di preservare la continuità assistenziale; le strutture infatti hanno continuato a funzionare e a dare risposte, a volte diverse da prima, ai bisogni di riabilitazione degli ospiti. E ben presto ci si è resi conto che le comunità potevano rappresentare un luogo protetto, soprattutto a livello relazionale.

Formare – Istituto Toniolo, Remida e Punto DSA, formazione interna. 170 gli iscritti e 34 i laureati all’Istituto Toniolo nel 2020. Sono 19 le Università convenzionate per i tirocini: l’anno passato 75 gli studenti coinvolti nelle strutture CEIS e provenienti da vari indirizzi di studio. Un dato particolarmente significativo in tempo di pandemia.

La formazione del proprio personale è da sempre considerata una priorità ed è proseguita con costanza e positivi risultati.

E ancora, tra le attività formative maggiori di CEIS i servizi rivolti a ragazzi e ragazze con Disturbi Specifici dell’Apprendimento, che nel corso del tempo hanno ampliato la propria utenza accogliendo studenti degli ultimi anni della scuola primaria fino agli universitari. L’attività è organizzata sia individualmente che in piccoli gruppi, tramite il supporto nello svolgimento di compiti, studio e pianificazione.

Animare – Il riferimento è allo Spazio anziani “Madonna Pellegrina” e al “Pergolesi”, che rispondono ai bisogni delle persone in età avanzata, delle loro famiglie e della comunità in cui sono inserite.  La socializzazione delle persone anziane si è posta gli obiettivi di migliorare la qualità della vita ed è riconosciuta come “cura palliativa” per quelle patologie che riguardano il deterioramento cognitivo. I risultati 2020 sono da considerarsi positivi e significativi.

L’opportunità del Bilancio Sociale redatto da varie realtà aderenti al Gruppo CEIS è stata l’occasione anche per cercare di fare una prima analisi anche dei risultati ottenuti non solo da un punto di vista dell’utenza accolta e aiutata , ma anche delle ricadute che questa attività ha sulla collettività in termini di occupazione generata, miglioramento della fruizione di spazi pubblici, miglioramento della qualità della vita per le persone che rientrano nella società dopo un percorso di cura. Un tema, quello della valutazione dell’impatto sociale, ancora da approfondire e sviluppare.

Il Rendiconto Sociale e i Bilanci Sociali sono consultabili nella sezione documenti del sito.