Giornata mondiale contro l’AIDS: Casa San Lazzaro e Casa Marella si raccontano

Casa San Lazzaro

“Mostre fotografiche, lavori teatrali, video, pubblicazioni, flash mob nel centro storico, eventi in collaborazione con le scuole: in passato, in occasione della Giornata contro l’AIDS siamo sempre stati propositivi. Quest’anno, in tempi di covid e di confinamento in struttura, abbiamo voluto far sentire la nostra voce attraverso una semplice foto e ci siamo dedicati alla condivisione nella convivialità… Festeggiamo così, preparando poi le prossime feste di compleanno, il Natale e tutto ciò che è possibile in sicurezza. Perché non intendiamo certo fermarci”.

Fiorella Cavazzi ed Elisabetta Biagini, rispettivamente responsabile e vice responsabile di Casa San Lazzaro a Modena, raccontano questi mesi complessi – la chiusura da marzo, la riorganizzazione delle attività, le preoccupazioni per gli ospiti (persone fragili, immuno-depresse, spesso con patologie associate) e per la salute degli operatori e dei loro familiari – ma con fiducia nel futuro.

“Anche se la situazione resta faticosa a livello emotivo per i nostri 15 ospiti, non abbiamo avuto casi di positività nella Casa e questo ci conforta molto. Le relazioni che si creano sono significative e insieme condividiamo timori, rinunce ma anche speranze, emozioni e attività possibili. Tutto ciò che è vita e ci fa stare bene noi lo mettiamo in campo…”.

Casa S. Lazzaro è attiva sotto egida CEIS già dal 1991, da un’intuizione di padre Giuliano Stenico in collaborazione con le istituzioni e i medici dell’Ausl. Nata in risposta all’emergenza sanitaria che coinvolgeva soprattutto persone tossicodipendenti, in trent’anni ha avuto un’evoluzione notevole, al passo con l’evolversi delle terapie che garantiscono concrete speranze di vita e di qualità della stessa.

“Molti ospiti di oggi sono quelli di allora, e vivono l’AIDS come una malattia cronica – sottolineano Cavazzi e Biagini – ma oggi accogliamo anche persone con tempi di permanenza ben definiti, legati ad esigenze di recupero della salute, per terapie o perché privi di una rete sociale significativa. Il ‘Progetto Uomo’ è il nostro riferimento: la persona al centro, presa in carico a 360°, per la cura del benessere fisico, emotivo e psico-sociale. Abbiamo costanti rapporti con una dottoressa infettivologa esterna, ma che di fatto fa parte dell’équipe, e tra i nostri 12 operatori ci sono psicologi, psicoterapeuti, OSS, infermieri. Guardiamo alla persona nel suo complesso, alla malattia e alle fragilità che presenta, valorizzando nel contempo le sue risorse e le tante potenzialità. Così ognuno dei nostri ospiti può ritrovare sé stesso e ricostruire la propria autostima insieme agli altri. La nostra precisa impronta familiare, che ci differenzia da molte altre realtà di cura, ci garantisce risultati importanti ed è la strada su cui intendiamo proseguire”.

Casa Padre Marella

“Un pezzo di Natale in anticipo, un segno di speranza”. Così il Cardinale e Arcivescovo, Monsignor Matteo Zuppi, commentava, un anno fa, l’inaugurazione di Casa Padre Marella (e della Comunità Eureka) nel cuore di Bologna, struttura socio-assistenziale residenziale che ospita persone affette da AIDS e da patologie correlate che non possono contare su un adeguato supporto famigliare. La comunità da subito ha rappresentato un ambiente famigliare per permettere agli ospiti di affrontare i problemi e le conseguenze pratiche e psicologiche connesse alla malattia, ma non solo. La Casa vuole essere anche un luogo di accoglienza, di incontro e condivisione di storie, emozioni, interessi e momenti di festa.

“Il Covid ci ha chiuso in struttura dopo pochi mesi ma i risultati, in termini di relazioni con la comunità e con i cittadini, erano già ottimi – commenta la responsabile di Casa Padre Marella, Lara Guzzinati -. Feste, incontri, musica dal vivo: tutti gli eventi proposti avevano visto un’ampia partecipazione. Una situazione molto fertile, che già portava frutti… Ma non ci siamo persi d’animo quando ci siamo dovuti fermare. Non abbiamo riscontrato alcun caso di contagio e questo ha contribuito a far proseguire e consolidare le situazioni possibili: laboratori di cineforum, pittura e storia dell’arte, soprattutto, valorizzando le potenzialità e le competenze al nostro interno. Avevamo poi messo in campo nuovi progetti rivolti al territorio, in collaborazione con lo scultore Nicola Zamboni e per attivare percorsi di fisioterapia personalizzata, ma siamo stati costretti a rinviarli. Siamo fiduciosi di poterli riproporre in primavera, così come altre manifestazioni. Il nostro percorso di integrazione e partecipazione si è bloccato, ma certo non fermato. Anche qui decliniamo il ‘Progetto Uomo’, coniugando prestazioni professionali, relazioni e condivisione, promuovendo le risorse dei nostri 15 ospiti. Il passaggio dalla campagna, eravamo a Sala Bolognese, alla città, si è mostrato subito ricco di opportunità, anche per la vicinanza al Policlinico Sant’Orsola per le visite ordinarie di controllo, e fa la differenza. Le possibilità di apertura al territorio, di condivisione di esperienze, di interazione con il Quartiere ci ha consentito di essere più visibili e i bolognesi si sono da subito mostrati aperti alla conoscenza e al confronto. Non vediamo l’ora di ripartire”.

 

Guarda il video di OGGI Rock Against AIDS
canzone realizzata da Casa San Lazzaro in occasione della Giornata mondiale contro l’AIDS 2015

Sogni suoni – Il futuro dell’HIV
documentario realizzato da Casa San Lazzaro in occasione della Giornata mondiale contro l’AIDS nel 2015