“L’anno 2020 è stato attraversato da criticità che hanno interessato diversi ambiti, in particolare l’area dei minori, ma non solo, a causa della crescente tendenza da parte dei Servizi ad inviare utenti con problematiche sempre più complesse che mettono a dura prova l’équipe degli operatori, richiedono un maggior investimento di attenzioni, di interventi educativi e specialistici differenziati. Si è comunque sempre perseguito l’obiettivo di mantenere alta la qualità del lavoro e con offerte riabilitative congruenti puntando ad acquisire le indispensabili competenze specialistiche per attuare interventi diversificati all’interno delle comunità”.
Così Padre Giuliano Stenico, Presidente della Fondazione CEIS, in apertura dell’Assemblea Generale dello scorso 28 maggio, ha introdotto la relazione sulla attività sociali 2020, tratteggiando quindi la fotografia attuale e le prospettive per i prossimi mesi.
Le principali complessità, nello specifico, hanno riguardato la costituzione di gruppi per utenti con “doppia diagnosi” nelle comunità per tossicodipendenti, l’introduzione dei moduli per utenti con disturbi a salienza psichiatrica in quelle per minori, la scelta di gestire malati mentali in comunità dedicate e di accogliere persone con condizioni sanitarie severe a Casa San Lazzaro, la decisione di “rischiare”, infine, operando nell’ambito dei DCA.
“Senza questa preveggenza e oculatezza, saremmo oggi in grande difficoltà a reggere. Ma la variabile imprevedibile, che ha creato le maggiori fibrillazione, è stata l’irruzione della pandemia che ha messo a dura prova tutti. A differenza di altri enti della nostra Regione, soprattutto quelli operanti nell’ambito della tossicodipendenza, abbiamo scelto di non rinunciare ad accogliere nuovi utenti. Abbiamo istituito allo scopo degli spazi dedicati alla quarantena… Sono stati raggiunti così due obbiettivi: la sostenibilità economica dovuta all’occupazione dei posti letto disponibili e la salvaguardia degli ingredienti terapeutici ed educativi propri della vita di comunità che è un organismo che si forma, cresce e si rafforza grazie all’intensità e alla qualità delle dinamiche relazionali che la caratterizzano”.
I risultati 2020
Le attività sociali 2020 del Gruppo CEIS hanno fatto registrate, pur nella complessità del periodo, il raggiungimento di diversi obiettivi. L’apertura della comunità madre-bambino a Modena, la conferma delle attività presso la struttura di Villanova e il buon successo delle attività di accoglienza presso la comunità l’”Airone” di Parma, all’interno del modulo “Il Maggiolino”.
La comunità educativa integrata “Eureka”, a Bologna, è praticamente “al completo”. A un anno fa risale il trasferimento del servizio “Diurno sulla Frontiera” da Cognento alla nuova sede di via Montecatini. È stata ampliata l’ospitalità per tossicodipendenti alla comunità di Modena “Giro di Boa”, ed è stato consegnato il progetto per la realizzazione della casa alloggio per la salute mentale sempre a Cognento. Completata la fusione con “Piccola Città” e si è partecipato con successo ai bandi per “Casa San Lazzaro” e “Madonna Pellegrina”.
Attività e obiettivi 2021
La sicurezza, in primo luogo. L’obiettivo è la vaccinazione, nel più breve tempo possibile, di ogni operatore del Gruppo, servendosi delle opportunità offerte dal Sistema Sanitario Regionale. Si è in attesa di valutare la partecipazione al bando della Prefettura per il CAS migranti richiedenti asilo a Modena mentre si è intrapreso un percorso con l’Agenzia formativa “Humana Forma” per costruire corsi di formazione volti all’acquisizione delle competenze coerenti con i valori, gli orientamenti e le attività della Fondazione CEIS.
Centro Studi, offerte per DSA, Area Progetti: si sta operando per un rilancio delle attività, attraverso una riorganizzazione di tutti gli ambiti della Cooperativa CEIS Formazione.
Si procederà quindi con la separazione anche strutturale della comunità “Airone” dal modulo “Maggiolino”, mentre la comunità “Casa San Martino” sarà trasferita a Sala Bolognese.
Di particolare rilievo i progetti che riguardano i detenuti. Sul territorio bolognese, per rispondere a questa esigenza è stata realizzata dai dehoniani al Villaggio del Fanciullo, la Casa di accoglienza “Nel Villaggio”. L’esperienza ha avuto inizio nel 2017 ed ha accolto in tre anni 15 persone. Decisivo è stato, per il buon andamento del progetto, lo stretto raccordo sia con le istituzioni pubbliche (carcere, Magistratura di Sorveglianza, UEPE, servizi sociali per adulti, avvocati, ecc..) che con quelle private (parrocchie associazioni di volontariato e la cittadinanza). Forte di questa esperienza, CEIS ha pensato di accrescere la capacità di accoglienza coinvolgendo diversi Enti. La parrocchia di Corticella, usufruendo di finanziamenti in parte propri e in parte della Diocesi, ha messo a disposizione due edifici; uno sarà abitato da una comunità dehoniana che curerà la costruzione della rete di sostegno e la socializzazione dei detenuti in misura alternativa, l’altro sarà a disposizione dei detenuti stessi per un totale di otto posti.
Riguardo i migranti e il progetto SIPROIMI SAI, in collaborazione con il Comune di Modena, la Fondazione CEIS deve reperire appartamenti per un massimo di posti 65 posti letto mentre le attività svolte dagli operatori comportano l’affiancamento degli ospiti con attività educative e necessarie all’abitare e all’inserimento nel conteso sociale.
Si è in attesa dell’approvazione del progetto per la realizzazione di una comunità semiresidenziale integrata sperimentale per minori in collaborazione con AUSL di Modena. Mentre si rileva l’urgenza di aprire una comunità femminile per minorenni e donne adulte, realtà assente in Regione e piuttosto rara in Italia. La sede individuata è a Modena.
Si è avviata la collaborazione con l’associazione Francesco Bandini di Faenza, che ha espresso il desiderio di affidare a CEIS la gestione della comunità madre bambino da loro realizzata, oltre ad altri servizi analoghi.
Si è infine consolidato il progetto Agricoltura Sociale, volto ad inserire e accompagnare ragazzi portatori di problematiche specifiche come l’autismo o affetti da deficit cognitivi, ma anche utenti svantaggiati da addestrare in vista di un futuro inserimento nel mondo del lavoro. Si è pensato di costituire una rete di Enti che permetta la produzione e la commercializzazione di prodotti biologici. I partner individuati sono l’Azienda Agricola Sant’Antonio, che da diversi anni ha conseguito la qualifica come produttrice biologica; la cooperativa Eortè, che gestisce punti vendita e ha attivato dei GAS, oltre alla partecipazione di CEIS Formazione che avrà la funzione di seguire i tirocini, le offerte formative e la progettazione. Il contratto di rete è stato firmato nello scorso mese di aprire e ora le prospettive, anche grazie alla possibilità di finanziamenti della Regione, si ampliano. Lo sviluppo del progetto prevede la produzione di miele, conserve, grani antichi e la prossima costituzione di una fattoria didattica.
Padre Giuliano Stenico, a conclusione dell’Assemblea, ha quindi espresso a tutti gli intervenuti e gli operatori “la gratitudine per l’investimento profuso da ciascuno, la fiducia e l’energia espressa nel fronteggiare le difficolta, l’amore al lavoro e la capacità di creare rete tra noi e con i nostri ospiti”.