Valori e costi delle comunità residenziali per i minori fuori famiglia

“Un’analisi scientifica, trasparente, non autoreferenziale. Un contributo originale e importante che pone la Regione Emilia-Romagna all’avanguardia, a livello nazionale, sui temi dell’approfondimento delle necessità e dei costi relativi all’accoglienza dei minori”. Così Padre Giovanni Mengoli – Presidente Consorzio Gruppo CEIS e Segretario CCEMER – commenta la recente ricerca sul “Valore delle comunità residenziali per i minori fuori famiglia in Emilia-Romagna”.

Il “Coordinamento enti autorizzati alla gestione di Comunità Educative per i Minori regione Emilia-Romagna” (CCEMER) raggruppa 34 realtà di diversa natura (fondazioni, cooperative sociali, associazioni, enti ecclesiastici) a cui fanno riferimento 75 comunità (tra le quali 37 educative-residenziali, 7 educative-integrate, 8 semiresidenziali). Ne fa parte anche il Gruppo CEIS e ha sede a Bologna presso il Villaggio del Fanciullo.

La ricerca, che ha interessato 15 comunità residenziali socio-educative autorizzate per 10-12 posti, è stata commissionata dal Coordinamento al Dipartimento di Economia dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, e ha interessato anche i funzionari preposti della Regione. Presentata ai rappresentanti degli enti locali in una conferenza svoltasi il 24 settembre scorso, si è rivelata un’autorevole riflessione sulla “necessità di ripensare una retta standard in grado di tenere conto delle trasformazioni dei fenomeni e delle necessarie risposte ai bisogni dei minori”.

La retta standard e i bisogni dei minori.

Tra i principali risultati emersi, si sottolinea appunto come “il processo di definizione di una retta standard deve necessariamente muovere dall’obiettivo di erogare un servizio in grado di rispondere ai bisogni dell’utenza (variabili), che sia sostenibile per l’organizzazione (variabile); la sostenibilità dell’organizzazione, infatti, è garanzia della qualità del servizio erogato. La retta standard dunque è un parametro di riferimento, che può essere inteso come soglia sotto la quale entra in crisi la qualità del servizio erogato, anche perché va in crisi la sostenibilità dell’organizzazione che lo eroga. Come tutte le misure teoriche deve essere adattabile alle singole situazioni concrete, ossia deve poter variare per accogliere le variabilità delle organizzazioni e dei fenomeni sociali…”.

Mengoli: “Quei bandi da ripensare…”

“Sui costi dell’accoglienza, come Coordinamento e d’intesa con la Regione, è da tempo che lavoriamo – sottolinea Mengoli -. Negli anni la situazione del sistema di tutela dei minori fuori famiglia è notevolmente cambiata; da parte nostra, in stretta collaborazione con la rete dell’accoglienza, abbiamo contribuito ad affrontare i problemi apportando contributi, organizzando convegni e ricerche, fino ai recenti interventi e approfondimenti a seguito dei fatti di Bibbiano. Il tema dei costi, e dei valori, delle comunità è assai stringente, e va affrontato in modo trasparente e condiviso, per preservare e valorizzare la qualità del servizio. La ricerca, in maniera oggettiva, certifica come oggi esiste una forbice, talvolta elevata, tra costi per le comunità e tariffe, ed è un problema particolarmente urgente da affrontare in questa fase storica in cui per la prima volta i vari Distretti territoriali della Regione hanno emanato o stanno emanando bandi che vanno a fissare delle tariffe, da ribassare ulteriormente in sede di gara, che non consentono ai gestori di sostenere la qualità necessaria al servizio, quando non ne mettono a rischio la sopravvivenza stessa. Occorre dunque un ripensamento su questi temi, così come un pieno riconoscimento dei valori delle comunità, i cui costi per l’accoglienza sono strettamente legati al ‘tasso di saturazione’, ovvero a quanti ragazzi si stanno accogliendo rispetto a quanti è possibile accoglierne, e alla stringente necessità di azioni condivise e di programmazione. Come emerso nel dibattito tra i rappresentanti degli enti locali e i funzionari della Regione, seguito alla presentazione della ricerca, diventa sempre più necessaria una programmazione regionale anche nell’ambito dell’accoglienza minori, per andare a costituire un sistema di accoglienza efficace, trasparente e di qualità, senza inutili sprechi di risorse”.