Padre Giovanni Mengoli: “Natale e MSNA: un sistema al collasso con il dono di qualche bella notizia…”

“Natale è la festa della speranza, di una luce che illumina la notte! Come ridare speranza all’accoglienza in questa situazione contradditoria?”. Se lo chiede, con preoccupazione non disgiunta da impegno e proposta, padre Giovanni Mengoli, presidente Gruppo CEIS e referente riguardo i Minori Stranieri Non Accompagnati.

Troppe soluzioni inappropriate

“Nonostante i numeri in riduzione, i dati indicano in circa 10.000 i nuovi MSNA giunti in Italia nel 2022, le regioni del nord Italia sono al collasso nell’accoglienza dei minori – sottolinea padre Giovanni Mengoli -. Non ci sono più posti nelle comunità! In Comuni come Modena o Bologna ne arrivano mediamente 2/3 nuovi ogni giorno. Nemmeno i posti in albergo attivati in modo emergenziale sono più sufficienti. In nome della minore età di questi giovani stranieri, che obbliga i Comuni all’accoglienza, il sistema stesso è al collasso, sebbene in molte comunità si vada oltre la capienza autorizzata. Così si finisce per cercare soluzioni che tante volte appaiono inappropriate”.

Negli ultimi anni è cambiata notevolmente la provenienza delle nazionalità di arrivo dei minori: oggi vengono da Tunisia, Marocco. Egitto, Pakistan, Bangladesh ed Albania. Il flusso dall’Africa centrale è sensibilmente diminuito. Ancora padre Giovanni Mengoli: “Sono MSNA che necessitano di molta più attenzione che in passato, e per alcune tipologie lo stigma ed il pregiudizio sociale, tante volte anche a ragione, finiscono per essere un freno all’accoglienza nella società. Occorre tener conto che, più che nel passato, molti minori arrivano da contesti familiari e sociali problematici e degradati, dove la trasgressione è la regola. Si richiede invece un intervento di accoglienza principalmente volto all’integrazione e che può passare solo attraverso l’acquisizione di competenze spendibili rapidamente in un’attività lavorativa, cosa che l’attuale contesto normativo rende quasi impraticabile. Diversamente, per questa tipologia di minori il rischio di esser risucchiati da reti che esercitano attività illegali rimane troppo alto, con la ricaduta di demotivare anche i minori portatori di un progetto di inserimento personale positivo. A questa situazione che già rende complessa l’accoglienza si deve poi aggiungere la forte riduzione di proposte formative finalizzate all’apprendimento di mestieri artigianali”.

Occorre fare gioco di squadra a tutti i livelli

“In questo sistema, senza riferimenti chiari, la situazione finisce per essere contradditoria anche per il personale educativo che lavora nell’accoglienza, che spesso fatica a trovare il senso del proprio lavoro. Educatori obbligati da un lato ad accogliere i ragazzi che hanno poca voglia di impegnarsi in percorsi di integrazione e costretti d’altra parte, per liberare posti utili ai nuovi arrivi, a dimettere il giorno del compimento dei 18 anni i neomaggiorenni che stanno mettendocela tutta per farcela. Credo sia decisivo provare a strutturare un sistema in cui tutti gli attori debbano sentire di fare gioco di squadra a tutti i livelli. A livello nazionale occorre governare il sistema in modo da ridistribuire i MSNA su tutti i territori in modo equo e proporzionale al numero degli abitanti. Il modello è quello della ripartizione dei migranti adulti. Si supererebbe così il gioco dello ‘scaricabarile’ tra un ente locale e l’altro. A livello locale è assolutamente decisivo rinforzare la collaborazione e il coordinamento tra tutti i soggetti: dai servizi sociali alle forze dell’ordine, dalla prefettura alla Procura e al Tribunale per i minorenni, dalla Sanità alle scuole di formazione. Questo per evitare che l’accoglienza finisca per trovarsi all’angolo, con i problemi in casa e senza avere strumenti e soluzioni”.

Un presepe e un premio: da Casa Merlani segnali positivi

“In questo quadro difficile – conclude Mengoli – per fortuna ci sono segnali positivi: tra questi, l’inaugurazione pubblica del presepe fatto dai minori durante le attività interne di alfabetizzazione a Casa Merlani, a cui hanno collaborato mussulmani, cristiani e tutti gli altri minori senza orientamento religioso esplicito, è un segnale di grande speranza. Ci ricorda che il progetto della fraternità universale si può avviare dal basso, a partire proprio dai più giovani, facendoci ritrovare la gioia di continuare a gestire nel miglior modo possibile la loro accoglienza”.

Altra bella notizia è la targa ricevuta, a cura della giuria del DAMS al “Sotto18 Film Festival di Torino”, da “Adesso io sono qui”, suggestivo corto d’animazione realizzato proprio presso la comunità di prima accoglienza Casa Merlani. Frutto di un laboratorio tenuto dalla videomaker d’animazione Tiziana Passarini e dall’insegnante d’italiano L2 Irene Maria Olavide, attraverso la tecnica del disegno animato si è voluto dar voce alle diverse individualità presenti nel gruppo dei ragazzi hanno compreso e accolto la proposta di poter dire e condividere la propria storia di viaggio, i progetti di vita, le esigenze, le aspirazioni, narrati attraverso un’attività manuale, creativa, audiovisuale di animazione. Questo vortice di disegni, pensieri, detti, parole, gesti manuali e sagome ritagliate nella carta nera si è tradotto in una domanda: “Di che cosa ho bisogno?”.

La motivazione del premio recita: “Il dramma della migrazione viene qui trattato in modo originale e delicato. La tecnica utilizzata è quella del cut-out animation che trasmette semplicità ma al tempo stesso dà valore al messaggio. Quelle piccole silhouette nere di carta ritagliata di migranti che si muovono sullo schermo restituiscono la sensazione di quanto lungo e tortuoso sia stato il loro cammino per arrivare fino in Italia. La scelta sonora, costituita unicamente dalle voci di giovani uomini, suscita solidarietà e ingiustizia insieme”.

 

  Adesso io sono qui – MSNA Bologna