“È più che mai necessario riflettere sull’esponenziale crescita del consumo di alcol, in particolare tra i giovani, come via verso lo sballo e la disinibizione, senza la consapevolezza di intraprendere un viaggio pericoloso e con il rischio di imboccare un’autostrada verso altre forme di dipendenza. Questo aumento è la risultante di una sinistra convergenza tra due pandemie: il Covid, che ha lasciato cicatrici profonde, e un’epidemia di disagio psichico e esistenziale negli adolescenti che fa prevalere l’emozione della paura e la ricerca di fuga nel bere in misura smodata. E il paradosso è che, pur essendo classificato tra le droghe dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’alcol rimane una sostanza che appartiene alla nostra cultura ed il suo consumo socialmente accettato e incentivato, problematizzandone il consumo eccessivo solo quando si è già sviluppata una dipendenza”.
Così Cristina Giuffredi, referente Programma Alcologico Gruppo CEIS, presenta “Percorsi condivisi in alcologia”, seminario riservato agli operatori del settore organizzato in occasione della ricorrenza “Aprile mese della prevenzione alcologica”. L’evento, promosso dal Gruppo CEIS in collaborazione con il Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche di Parma, è in calendario giovedì 4 aprile (ore 9.30-12.30) presso la comunità terapeutica riabilitativa L’Airone a Vicofertile di Parma (via Martiri della Liberazione, 181).
Si intende sviluppare una riflessione operativa sui percorsi condivisi che coinvolgono la Rete Alcologica di Parma, composta da servizi e associazioni di auto-mutuo aiuto. Un’esperienza all’avanguardia nella cura e nell’accompagnamento di persone con disturbi da dipendenza di alcol e le loro famiglie. Protagonisti della giornata, dunque, i servizi alcologici del SerDP, i percorsi residenziali specifici, i gruppi territoriali, medici di medicina generale e referenti dei reparti accreditati in ambito di ricovero ospedaliero. Tra i relatori CEIS, oltre a Cristina Giuffredi, Cristina Adravanti, referente Centro Studi, e Roberto Berselli, vicepresidente Consorzio Gruppo CEIS, cui spetteranno le conclusioni dei lavori.
“Il Progetto Alcologico del CEIS, nome di battesimo Albatros, è una punta di diamante – sottolinea Cristina Giuffredi -. Ha vent’anni di vita, è l’unico accreditato in Emilia-Romagna e tra i pochissimi in Italia. È un progetto pilota nato a Parma partendo dalla convinzione che i percorsi per alcolisti dovessero essere più brevi di quelli tradizionali. Qui a L’Airone abbiamo 14 utenti, siamo al completo. Le persone arrivano da tutta Italia, i rapporti (e i giudizi) con i servizi invianti sono ottimi; la collaborazione pubblico-privato porta risultati importanti. Il nostro Progetto prevede tre percorsi: un modulo standard, della durata di 6 mesi; quello Cod, di 3 mesi, nel quale vengono inserite persone con anche problematiche psichiche; un modulo intensivo, di 1 mese, per chi presenta una patologia più lieve e una situazione familiare integra”.
“Obiettivo comune è la disintossicazione. La remissione e la sospensione totale dal consumo di alcol. Non esistono altre strade o compromessi, l’ex alcolista non può più bere nemmeno un goccio. La persona va quindi riportata nel proprio contesto sociale ed è un’operazione più semplice se sono presenti famiglia e lavoro. Nei casi in un l’alcol ha colpito più pesantemente e, a differenza di altre sostanze, ha devastato totalmente il fisico comportando anche compromissioni cognitive, certo tutto diventa più difficile. Il coinvolgimento della famiglia nel nostro Programma è fondamentale sin da subito attraverso la partecipazione, una volta la settimana, al “gruppo multi-familiare”. Successivamente al nostro percorso, la persona interessata viene inserita nei gruppi di auto-aiuto degli Alcolisti Anonimi, gli Alanon per i familiari e i CAT (centri territoriali e club per alcolisti in trattamento) perché la cura dura tutta la vita”.