“La rete delle nostre presenze nelle tante forme della fragilità e del disagio, unita all’attitudine a comunicare tra coordinatori, responsabili, direttori e operatori, ci consente oggi di intercettare e leggere i bisogni emergenti, e di fornire risposte adeguate. L’acquisizione delle autonomie possibili, il superamento dello stigma connesso al proprio problema o patologia, la difficoltà nell’inserimento nel mondo del lavoro e nella ricerca di soluzioni abitative, la tessitura di una rete amicale positiva, sono sfide e criticità trasversali a tutte le tipologie di utenti che accogliamo. Prenderne atto è avere una visione completa del nostro operato, consapevolezza che senz’altro incide sulla qualità e l’appropriatezza del nostro lavoro”.
Le parole di padre Giuliano Stenico, presidente Fondazione CEIS, riflettono emozioni, attività, progetti e scenari futuri del Gruppo, espressi e discussi nel corso dell’Assemblea Generale che si è svolta nella suggestiva cornice della Villa e del Parco Marescotti-Benvenuti, mercoledì 7 giugno. A conclusione della giornata vi è stata l’opportunità di visitare la villa e di condividere un momento di festa. Il buffet è stato gestito dagli operatori e ragazzi dell’Associazione TSM (Tutto Si Muove) supportati dal gruppo Alpini Braida di Sassuolo. La serata si è conclusa con la performance del gruppo musicale “Mammiboy and his sound machine”, molto apprezzata da tutti gli invitati.
Attività, valori e progetti 2022
È stato un 2022 “positivo” per il CEIS, “moderatamente” sul versante del bilancio, in misura più incisiva e significativa per l’ampliamento e la qualificazione degli interventi, nella “forza” delle risposte a bisogni antichi ed emergenti, nel riconoscimento e nella credibilità nella gestione di servizi complessi.
“Si è così consolidato l’atteggiamento derivante dalla consapevolezza di far parte di un tutto, di pensarsi all’interno di una organizzazione più vasta che si dà la stessa impostazione e le stesse regole in vista del bene comune”, ha sottolineato padre Giuliano Stenico nel rivolgere un sentito e non formale ringraziamento alla “squadra CEIS”, dalla dirigenza agli operatori ai volontari, passando per tutti i protagonisti nelle varie sedi.
Esperienze, competenze, aggiornamento delle metodologie e dell’organizzazione, a partire del ruolo dei Coordinatori, consentono di elaborare risposte appropriate e congruenti. Le diverse Aree terapeutiche, educative e assistenziali, hanno garantito la pluralità e la qualità delle offerte e dei servizi, caratteristica unica per diversificazione e ampiezza della Fondazione CEIS rispetto alle altre realtà della FICT.
Molteplici le esperienze e le strutture citate da padre Giuliano Stenico nella sua relazione, sottolineandone valore, complessità e prospettive, con un’attenzione particolare dedicata alla delicata situazione dei minori stranieri non accompagnati. “L’esigenza di accogliere MSNA – ha evidenziato Stenico – nel 2022 è lievitata moltissimo, come conseguenza di un’emergenza difficilmente prevedibile e contenibile. Se abbiamo risposto alle richieste pressanti fatteci dai Comuni, specialmente da quello di Modena e Bologna, è perché gli interventi a sostegno dei minori interpellano la nostra mission e riguardano il nostro stile collaborativo con le Istituzioni e la società civile. Ciò non toglie che non soffriamo per la situazione paradossale che lavorare con i MSNA comporta dato che, a differenza del passato, la presenza di alcuni soggetti provenienti da situazioni sociali degradate e con alle spalle esperienze familiari traumatizzanti, particolarmente propensi a comportamenti trasgressivi e violenti, mettono in seria difficoltà gli operatori con i loro agiti, anche perché essi non possono avvalersi di strumenti educativi, di misure contenitive o sanzionatorie, data la legislazione italiana che obbliga le comunità a riaccogliere comunque il minore, nonostante rincasi tardissimo la notte e dopo aver commesso all’esterno atti violenti. È un’impasse da cui è difficile uscire, se non attuando spostamenti e sforzandoci di prefigurare delle iniziative premiali per i meritevoli come corsi di addestramento al lavoro. Abbiamo anche messo in atto tentativi per connettere in uno sforzo comune i vari attori coinvolti che sono tenuti dalla normativa a gestire il fenomeno: Comune, Prefettura, Forze dell’Ordine e Regione. Sarebbe auspicabile l’elaborazione di una strategia di deterrenza applicabile di concerto tra gli Enti, sia per responsabilizzare i minori che per distoglierli da comportamenti trasgressivi”.
Gli obiettivi 2023
Avviati, imminenti o di prossima attivazione: l’attenzione dell’Assemblea è stata quindi indirizzata su alcuni specifici progetti 2023. Il cantiere per la separazione in due moduli della Comunità Terapeutica Airone di Parma; l’attivazione della nuova comunità terapeutica per donne, minori e adulti con problematiche specifiche; la comunità educativa integrata femminile per minori; la qualificazione dei percorsi per MSNA coinvolgendo la rete dei diversi soggetti interessati; lo studio di fattibilità per l’attivazione di una comunità per minori e giovani adulti in carico al centro di Giustizia minorile, in collaborazione con la Diocesi di Bologna.
Finalmente alle spalle le lungaggini burocratiche il “progetto Airone” prevede la separazione degli spazi dedicati ai minori rispetto a quelli riservati agli adulti. Ciò consentirà di rispondere in maniera più adeguata all’incremento del numero delle richieste di accoglienza, anche da fuori regione Emilia-Romagna, nel modulo per minori tossicodipendenti “Maggiolino”.
La nuova comunità terapeutica per donne, minori e adulti con problematiche specifiche risponde al bisogno di donne che manifestano una forte tendenza alla dipendenza affettiva, per offrire loro l’opportunità di effettuare il proprio percorso riabilitativo in una comunità solo femminile. Dove le ospiti possano lavorare concentrandosi sui tratti specifici della propria personalità per raggiungere una maggior consapevolezza di sé, un’autostima più solida e riplasmare così un’affettività adulta non più soggetta a dipendenza, ma capace di reciprocità e esente da manipolazioni.
Le comunità femminili “La Coccinella” e, in parte, “Oikos” sono state sottoposte ad una forte pressione proprio perché disponibili ad accogliere utenti con problematiche psicologiche e psichiche severe. Si è pensato allora all’apertura di una comunità femminile integrata che riprenda il modello di intervento di “Eureka”, dedicata ai minori maschi, applicando la metodologia CEIS sempre molto attenta allo sviluppo delle competenze relazionali e di socializzazione.
L’inserimento dei MSNA in comunità, come detto, rappresenta una sfida che incontra numerose difficoltà. Tra i più responsabili, prevale l’esigenza di poter svolgere un’attività lavorativa di qualche genere al fine di inviare denaro alle famiglie di provenienza. È un desiderio che si scontra con la legislazione italiana che vieta il lavoro ai minori. Si potrebbe però prevedere l’avvio di corsi specifici di formazione per apprendere competenze essenziali immediate, da impiegare subito appena raggiunta la maggior età. Contemporaneamente può essere svolta, presso gli artigiani e la piccola e media impresa, la rilevazione del bisogno per concretizzare la possibilità di un buon lavoro disponibile subito per i ragazzi che si sono impegnati nel percorso formativo. I contatti e i sondaggi avviati dal CEIS fino ad ora sono molto incoraggianti.
Sollecitata dal cappellano del carcere minorile del Pratello, la Diocesi di Bologna ha espresso il desiderio di avviare una comunità dedicata all’esecuzione pena esterna per minorenni del carcere passati a maggior età o prossimi ad essa, tutti affidati ai servizi sociali in misura alternativa. Esperienze di questo genere costituiscono un fortissimo deterrente alla recidiva. La Diocesi ha individuato la struttura idonea, CEIS ha dichiarato disponibilità alla futura gestione.