“Lo avevamo anticipato: la Conferenza sulle dipendenze, senza un momento reale di confronto, senza possibilità di dibattito tra gli operatori del sistema, rischiava di essere l’ennesima occasione persa. E purtroppo così è stato. Così si è materializzata la nostra paura più grande: che la conferenza si incartasse sul vecchio e superato dibattito ideologico tra antiproibizionisti e proibizionisti.” dichiara Luciano Squillaci, presidente della Federazione Italiana Comunità Terapeutiche (FICT).
“Genova non è stata solo un’occasione persa, ma un’esperienza amara per gli operatori dei servizi, che lavorano da anni in un settore ormai sfiancato e che si occupano della cura e della riabilitazione di migliaia di persone con problemi di dipendenze.
Si sono succeduti sul palco, in apertura, 9 Ministri che sono andati via subito dopo il proprio intervento. Dopo un decennio di assoluto disinteresse delle politica – dice Squillaci – avremmo auspicato che il Governo sarebbe venuto ad ascoltarci, a comprendere i problemi che affrontiamo ogni giorno sulle strade, nei servizi, nelle comunità. Nulla di tutto questo, al punto da rendere addirittura ‘imbarazzante’ la nostra presenza silente, quasi da scolaretti in aula.”
“Adesso quindi saremo costretti – afferma il presidente FICT – a ricominciare, a programmare ed organizzare, anche da soli se sarà necessario, nel più breve tempo possibile, un momento di sintesi e confronto tra tutti gli operatori del sistema. Perché in Italia si continua a morire per droga (più di una persona al giorno!), perché alle porte dei nostri centri di ascolto bussano famiglie disperate con figli sempre più giovani vittime della droga o di altre dipendenze non meno drammatiche, perché dobbiamo rimettere davvero al centro la Persona consapevoli che la battaglia contro le sostanze l’abbiamo perduta tanti anni fa.
Non abbiamo più tempo. La DPR 309/90 è vecchia, il sistema di intervento è ingessato su modelli vetusti, i servizi pubblici e le Comunità lottano ogni giorno per sopravvivere. Ciò che non è avvenuto alla Conferenza di Genova dobbiamo far sì che avvenga al più presto, altrimenti sarà l’intero sistema a rischiare una inevitabile implosione.”
Conclude il presidente FICT: “Abbiamo apprezzato il coraggio della Ministra Dadone che ha voluto fortemente la Conferenza lo abbiamo detto e lo ribadiamo, anche pubblicamente. Ma il risultato finale è deludente: una conferenza per gli attori del sistema senza di loro…è una conferenza senza anima. Ringraziamo senz’altro il CNR per il supporto tecnico, il Dipartimento Politiche Antidroga e la stessa Ministra, perché ci ha consentito di portare il nostro contributo nel percorso di preparazione, per quanto contratto e “a distanza” che ci ha fatto comunque ritenere possibile che alcuni temi, per noi vitali, sarebbero stati adeguatamente approfonditi e rilanciati.”