La VI Conferenza nazionale sulle droghe dopo 12 anni di attesa. Sarà all’altezza delle aspettative?

Il 27 e 28 novembre si terrà a Genova la VI Conferenza nazionale sulle droghe prevista dalla legge 309/90 ogni 3 anni, non convocata dai vari governi da 12 anni. La pandemia non ha consentito però un reale confronto tra gli esperti risoltosi in poche battute online, seppur particolarmente interessanti. Non è stata prevista possibilità di confronto tra operatori e istituzioni, neppure durante la due giorni in presenza di Genova, nonostante fosse opportuna e richiesta da più parti. Per questo motivo e alla luce della pre-conferenza che alcune sigle hanno voluto convocare, sempre a Genova per il 26 novembre, la Federazione Italiana Comunità Terapeutiche (FICT), alla quale CEIS aderisce, ha ritenuto necessario rendere pubbliche le sue posizioni.

 

DOCUMENTO FICT

VI Conferenza Nazionale sulle dipendenze – Oltre le fragilità
Genova, 27-28 novembre 2021

PREMESSA

La Conferenza nazionale sulle droghe l’abbiamo chiesta ripetutamente e lungamente attesa per oltre 12 anni. Abbiamo quindi accolto con grande soddisfazione la convocazione da parte del Ministro On. Fabiana Dadone, giunta anche in risposta alle nostre sollecitazioni.

Abbiamo partecipato ai 7 tavoli tematici preparatori, apportando il nostro contributo, congiuntamente agli altri operatori del settore del pubblico e del privato accreditato, il risultato è sintetizzato nei documenti finali dei diversi tavoli.

Sentiamo però la necessità, con il dovuto rispetto per il lavoro svolto, di esprimere la nostra posizione su alcune questioni di contenuto e sul metodo utilizzato, che incidono fortemente sui temi della Conferenza e sulla possibilità della stessa di essere sintesi, come vuole la legge, del confronto tra gli operatori del settore “anche al fine di individuare eventuali correzioni alla legislazione antidroga dettate dall’esperienza” (art.1 n.15 DPR 309/90).

 

Le questioni di contenuto:

 

  1. LA CENTRALITÀ DELLA PERSONA E LA PRESA IN CARICO GLOBALE

La FICT afferma il valore irrinunciabile della dignità di ogni uomo e delle risorse di cui è portatore. Il modello di intervento che propone si fonda quindi sulla centralità della persona, intesa nella sua straordinaria unicità e capacità relazionale, e si pone l’obiettivo del recupero della massima autonomia ed indipendenza possibile.

Per tale motivo riteniamo imprescindibile un sistema di intervento fondato sulla presa in carico territoriale, che consenta l’integrazione, con pari dignità, di tutti gli attori, finalizzato alla realizzazione del progetto individuale sociale, terapeutico ed educativo.

Riteniamo al contrario che dai documenti di sintesi non emerga chiara questa posizione, rischiando di riproporre un modello “prestazionale” cronicizzante, teso a spacchettare l’intervento con una mera suddivisione di compiti, senza una reale integrazione tra gli attori del sistema né tantomeno la necessaria pari dignità.

La FICT evidenzia le seguenti priorità:

  • Una revisione organica del DPR 309/90 che preveda, in relazione allo specifico del percorso riabilitativo, un approccio di “processo” capace di una visione realmente globale della presa in carico e percorsi terapeutici individuali integrati, e che tenga conto dell’intero mondo delle dipendenze e non solo di quelle da sostanze.
  • Il Budget di Salute può rappresentare uno strumento (non il fine!) che potrebbe concretamente ed effettivamente integrare i soggetti interessati, quali in primis gli stessi utenti e le famiglie, i servizi sociali e sanitari del territorio ed al Terzo Settore. L’utilizzo del BdS, in area dipendenze patologiche, va inteso quale “progetto integrato individuale” che si avvia con la presa in carico e diagnosi iniziale e termina con il reinserimento lavorativo e sociale, all’interno del quale sono armonizzati i diversi interventi sociali e sanitari, ambulatoriali e/o residenziali, in funzione dei bisogni specifici della persona. Perché possa funzionare è assolutamente necessario garantire una governance territoriale ad “alta integrazione”, ben definita e fondata concretamente sulla pari dignità degli attori coinvolti.
  • Proprio nel rispetto della dignità di ogni persona, riteniamo inaccettabile un modello dove la riduzione del danno e la limitazione del rischio (RdD/LdR) siano centrali e fini a sé stessi, come, purtroppo, sembra emergere con forza da tutti i documenti di sintesi della Conferenza.
  • La FICT, tuttavia, riconosce la legittimità e l’utilità di RdD/LdR, quando questi siano orientati:
    1) al recupero della persona e al miglioramento delle sue condizioni di vita anche in una prospettiva a lungo termine.
    2) ad instaurare sempre una relazione terapeutica con la persona.
    3) non finalizzati ad un mero accompagnamento al consumo anche se sicuro.
  • Rifiutiamo qualunque approccio che voglia riaffermare la normalizzazione nell’uso di sostanze. La FICT riafferma in ogni caso che, per quanto inaccettabile sia l’uso di sostanze in termini generali, non possa mai essere considerato comportamento da stigmatizzare o peggio un reato. Crediamo fermamente nei processi educativi capaci di proporre stili di vita sani e liberi dalla droga.
  • È necessaria la definizione di linee guida nazionali, come ad esempio avvenuto recentemente per l’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI), che possano costituire base normativa di riferimento, ed omogeneizzare gli interventi nelle diverse regioni. Esiste attualmente una situazione di fortissima eterogeneità tra i diversi territori nei modelli di intervento per le dipendenze patologiche in termini di governo clinico e politico e nei budget destinati. L’adozione di specifiche linee guida, in particolare per quanto riguarda la tipologia di servizi ed i criteri di accreditamento, possono concretamente consentire di esportare le prassi migliori in essere nelle diverse regioni e farle divenire patrimonio comune. Riteniamo, tra le altre, come prassi replicabile e valida al fine di facilitare e migliorare l’accessibilità alla cura in un’ottica di libertà di scelta delle persone con dipendenza quella dei Servizi Multidisciplinari Integrati (cd SMI), un’esperienza presente in Lombardia.

 

  1. MONDO GIOVANILE E RISORSE

Il mondo giovanile deve avere una particolare attenzione attraverso messaggi educativi chiari ed azioni di sistema. La prevenzione deve effettuarsi attraverso percorsi educativi strutturati e duraturi, non utilizzando momenti “spot”, inutili e spesso dannosi, e deve avere come obiettivo il benessere e la valorizzazione delle risorse dei ragazzi.

Pertanto è imprescindibile un rinnovato investimento di risorse nel mondo delle dipendenze, con particolare riferimento al rifinanziamento del Fondo Nazionale di cui alla DPR 309/90 e con risorse, in ambito sanitario, per la cura e riabilitazione, che possano raggiungere almeno l’1,5% del totale del fondo sanitario in ogni regione. Senza tale investimento non sarà possibile ragionare in termini di prevenzione, di diagnosi precoce, di presa in carico territoriale e di reinserimento sociale e lavorativo.

 

La questione di metodo:

 

LA MANCANZA DI UN TAVOLO DI CONFRONTO TRA GLI ATTORI DEL SISTEMA DEI SERVIZI

La FICT ritiene che le modalità di organizzazione e gestione della Conferenza portino ad una eccessiva semplificazione del confronto e delle diverse esperienze e sensibilità, con il rischio di escludere elementi fondamentali di analisi e di conseguenti possibili proposte.

Sappiamo, e comprendiamo, che la pandemia ancora in atto non consente una partecipazione di massa ai lavori della conferenza, come invece avvenuto nelle precedenti edizioni. Riteniamo però che questo deficit di partecipazione non sia sufficientemente controbilanciato da un metodo aperto al confronto ed al dibattito tra gli operatori. In particolare notiamo la carenza, nel programma della conferenza, di un momento in cui i rappresentanti del sistema dei servizi, del pubblico e del privato sociale, abbiano la possibilità di esprimere il proprio punto di vista, portando le diverse sensibilità ed esperienze che, nel mondo delle dipendenze, rappresentano un elemento rilevante che non può essere ignorato.

Abbiamo richiesto con garbo, insieme alle altre reti italiane, di prevedere questo momento a Genova, ma con altrettanto garbo questa possibilità ci è stata preclusa, e con essa un’opportunità attesa per 12 anni.

La (Federazione Italiana delle Comunità Terapeutiche) F.I.C.T. opera da oltre trent’anni, senza finalità di lucro. È presente in tutto il territorio con una rete di Associazioni ed Enti di Solidarietà sociale, tutti Enti del Terzo Settore, con oltre 600 servizi dedicati non solo al settore delle dipendenze ma anche alle nuove emergenze, come il gioco d’azzardo, migranti e le nuove povertà, sull’analisi dei bisogni attuali del territorio, tramite un lavoro di studio, di ricerca e di sperimentazione soprattutto nella prevenzione e nel reinserimento sociale Vede una partecipazione giornaliera e residenziale di 5.860 tra giovani e adulti e di circa 3.752 familiari. Ogni giorno i Centri sono gestiti da 1.412 tra operatori ed educatori, con 2500 volontari. Oltre 13.000 persone frequentano quotidianamente i nostri Centri. Collabora con la Federazione Europea delle Comunità Terapeutiche (EFTC) e con quella Mondiale (WFTC).