Spazi Anziani, nuovo percorso di stimolazione cognitiva di gruppo contro la demenza

“Nell’ultimo anno, dai gruppi di lavoro degli Spazi Anziani del gruppo CEIS è emersa una forte spinta ad ampliare i servizi offerti per rispondere ai bisogni emergenti della popolazione anziana del territorio. Questo ci ha portati a prendere contatti con il Centro per i Disturbi Cognitivi e le Demenze (CDCD), una struttura dell’ASL di Modena focalizzata sulla prevenzione, la diagnosi e il trattamento delle diverse forme di demenza”.

Così Gianluca Francia, coordinatore Area socio-assistenziale e genitorialità CEIS, introduce la “Cognitive Stimulation Therapy”, efficace strumento per le persone con demenza associata alla malattia di Alzheimer basato sulla stimolazione cognitiva di gruppo, oggetto di un percorso formativo prima a “Madonna Pellegrina” e successivamente al “Pergolesi”.

“Il contatto con l’équipe del dott. Fabbo è stato illuminante perché ci ha dato la possibilità di effettuare un confronto rispetto alle nostre idee e progetti, ci ha permesso di capire il potenziale dei nostri Spazi Anziani in termini di prevenzione e di tutela della qualità della vita e ci ha dato indicazioni pratiche sia su come migliorarci sia su quali percorsi formativi e strumenti potevamo adottare per crescere”, sottolinea Francia.

Grazia Nocetti, Responsabile Spazio Anziani e Condominio Alloggi Protetti “Madonna Pellegrina”. “Come équipe abbiamo deciso di proporre un percorso di CST a un gruppo di ospiti affetti da demenza, a cui, come prevede il protocollo, è stato somministrato il test MMSE (Mini-Mental State Examination), i cui esiti hanno permesso di comporre un gruppo omogeneo, ovvero con diagnosi di demenza e/o morbo di Alzheimer lieve, di 7 ospiti (3 donne e 4 uomini). Il percorso prevede due appuntamenti settimanali, della durata di un’ora, per un totale di 14 incontri; l’attività di gruppo è fortemente strutturata, come previsto e descritto dal manuale ‘La Terapia di Stimolazione Cognitiva: un intervento efficace per la persona con demenza. Programma base e di mantenimento della Cognitive Stimulation Therapy (CST)’ (di Simona Gardini, Samantha Pradelli, Silvia Faggian e Erika Borella). Attualmente, sono stati svolti tre incontri, la cui valutazione, relativa a interesse, divertimento e umore, è indubbiamente positiva; ogni appuntamento è condotto da due operatrici, sempre le stesse. Al termine degli incontri (l’ultimo è previsto per il prossimo 18 aprile), agli ospiti partecipanti verrà nuovamente somministrato il MMSE. Successivamente, dopo l’estate, al medesimo gruppo verrà proposto un ulteriore percorso di CST, denominato ‘di mantenimento’, composto da 12 incontri a cadenza settimanale, condotti sempre dalle medesime operatrici”.

“La CST (Cognitive Stimulation Therapy) è un trattamento di stimolazione cognitiva di gruppo per persone con demenza lieve-moderata, validato e basato su evidenze empiriche – spiega la dott.ssa Elisabetta Biagini, psicologa ed infermiera, vice responsabile Spazio Anziani “Madonna Pellegrina” -. Questo strumento si basa sui principi della cura centrata sulla persona e sulla relazione. Il programma della CST nasce dal desiderio di ‘fare la differenza’ nel trattamento e nelle cure quotidiane delle persone con demenza, riducendo i momenti di inattività, aumentando il loro coinvolgimento, nel tentativo di ridurre il ritiro sociale, il comportamento apatico e promuovere la stimolazione mentale, in un clima che favorisce la relazione interpersonale tra operatori e partecipanti al gruppo e tra i membri stessi. La CST è rivolta a piccoli gruppi, che si incontrano due volte alla settimana per quattordici sessioni consecutive. Parliamo di tipologie di attività differenti che vanno dai giochi fisici all’associazione di parole, dall’orientamento spazio-temporale ai giochi con numeri e parole. La persona con demenza che partecipa a questa terapia di stimolazione cognitiva deve esperire la riuscita e il senso di efficacia partecipando ad attività che sono sfidanti ma non producono senso di frustrazione o fallimento; l’interazione con il gruppo riduce lo stigma associato alla demenza con un incremento della dignità e dell’autostima della persona e un miglioramento della sua qualità di vita”.