Agnese Ciani è una scrittrice. Di recente, in collaborazione con l’Associazione Rossopietra diretta da Luciano Prandini, editore, ha presentato alla Casa delle Culture di Modena il suo secondo libro, “Primavera a Villa del Sole”. Invitata dall’Associazione Culturale Trame 2.0 di Modena, che ormai da dieci anni collabora con il Gruppo CEIS, la Residenza La Barca e il Progetto Faber per promuovere occasioni di incontro e di costruzione di “buone relazioni” muovendosi tra arte, movimento, cultura e natura.
Alla serata, caratterizzata da letture e musica con la “Paul Iavarello & Friends” – band emergente nella quale utenti ed operatori si mescolano per dare vita alle canzoni originali di Paul, con alla voce Agnese Ciani, e già ospite, insieme ai giovani della Comunità La Corte, a dicembre a Venezia per l’Associazione “Cancer, Drugs and Rock&Roll” – hanno partecipato anche il dott. Gaspare Palmieri, medico psichiatra, cantautore; Catia Lambertini, infermiera CSM Modena; Luciano Prandini, editore.
Agnese Ciani vive in un appartamento de La Barca, è stata ospite della struttura per diversi anni, oltre che volontaria, in qualità di bibliotecaria, presso l’Associazione Trame 2.0.
Il suo primo lavoro letterario, “Aghné”, pubblicato un paio d’anni fa e presentato anche a “Màt – Settimana della salute mentale”, ha riscosso interesse e consensi, una ulteriore sollecitazione a proseguire nella scrittura.
La prefazione di “Primavera a Villa del Sole” è stata curata da Grazia Fraccon, referente CEIS per gli appartamenti “Abitare supportato” della Residenza La Barca.
“È stata una bella serata quella alla Casa delle Culture, caratterizzata da una folta presenza di pubblico, esterni e tanti familiari di ospiti del CEIS, non solamente de La Barca, che hanno potuto ascoltare le narrazioni, in parole e musica, dei contenuti di ‘Primavera a Villa del Sole’ in un clima di leggerezza e contrario alla stigmatizzazione. Il libro – sottolinea Grazia – narra le vicende di una giovane donna ricoverata in clinica psichiatrica. Scritto sotto forma di diario, è l’occasione per entrare nei luoghi e nelle realtà di cui spesso noi operatori difficilmente ci occupiamo: come si vive l’esplosione della sessualità, dell’affettività, quando si è giovani e per problemi di salute mentale ci si trova lungodegenti nelle cliniche? Può la scrittura diventare occasione terapeutica? Possiamo proprio dire di sì. Come noto, esiste un’ampia letteratura sulle potenzialità terapeutiche della scrittura e dell’autobiografia, così come questi appuntamenti danno importanti risultati perché producono relazioni umane e rappresentano opportunità per uscire dai luoghi di cura, di vivere la città e l’associazionismo inclusivo”.