“Maneggiami con cura”: un laboratorio teatrale per scoprire le nostre fragilità

“Avremmo voluto parlare di amore, di quel sentimento che, tra luci e ombre, accompagna la vita di tutti, indistintamente. Ma quando ci siamo incontrati è emerso il bisogno – forse non inaspettato – di parlare della nostra fragilità”.

Greta Scaglioni, attrice e conduttrice di gruppi teatrali specializzata in teatroterapia, racconta la genesi di “Maneggiami con cura. Esercizi itineranti di fragilità”, laboratorio teatrale che ha curato e proposto nel mese di ottobre, in collaborazione con Comunità La Barca del Gruppo CEIS, prima durante una prova aperta con il pubblico quindi in due occasioni, nella sala comunale di Cognento e presso lo Spazio Nuovo di Modena, all’interno della recente programmazione della decima edizione della settimana della salute mentale “MàT 2020”.

Un progetto che, dopo un momento di riflessione, confronto e costruzione con protagonisti utenti e operatori all’interno della struttura nei mesi estivi, successivamente si è aperto alla cittadinanza, a persone esterne di Modena e Bologna. Un laboratorio teatrale, dunque, come passo ulteriore verso il raggiungimento dell’obiettivo che ci si pone alla Comunità La Barca, ovvero accompagnare e sostenere gli ospiti nel loro percorso di reinserimento e integrazione. La realizzazione di un’esperienza di apertura e confronto tra realtà – Comunità e cittadinanza – spesso sconosciute le une alle altre, come occasione per superare pregiudizi e preconcetti. E così, attraverso la creatività e il desiderio di farsi sorprendere, di stare in ascolto e indagare nuove e diverse forme di espressività, si è arrivati alla performance presentata all’interno della programmazione del Festival “MàT 20”.

“Fragilità e cura in primo piano: così abbiamo cominciato a cercare parole, sguardi, musiche e gesti con cui dare forma e sostanze ai nostri sentimenti – prosegue Greta Scaglioni -; su cosa significhi fragilità e come si manifesti. E su cosa sia la cura, da dove arrivi: dagli altri, dalle diagnosi, dai noi, da quello che amiamo, dal coraggio di dire chi siamo e come stiamo? Fin da subito ci siamo sentiti coinvolti in un fare e un essere che ci ha portato davvero in contatto con le parti più preziose della nostra natura umana. Abbiamo scritto, danzato, fatte nostre parole di poeti. Ci siamo ascoltati all’interno della Comunità per scambiare e cambiare idee. Poi siamo usciti, accogliendo altre persone, con altre storie, altre vite (cittadini, ex-utenti, utenti di altre comunità). Anche a loro abbiamo chiesto di interrogarsi sulla loro fragilità e sulla loro idea di cura. Ci hanno portato poesie, canzoni e pensieri. Unendoli ai nostri, abbiamo scomposto, reimpastato, reinventato fino a quando abbiamo trovato un’unica voce che parlasse di noi, un unico corpo che custodisse i nostri sensi, un unico sguardo, in tutte le direzioni. È dunque nato ‘Maneggiami con cura’ e ne abbiamo fatto un’opportunità di condivisione e di apertura. Un ringraziamento speciale a tutti coloro che hanno creduto nel progetto e lo hanno sostenuto dall’inizio, affrontando anche tutte le difficoltà e gli ostacoli dovuti alle problematiche legate al Covid-19, e ai partecipanti per la loro tenacia. Hanno dimostrato coinvolgimento, passione, serietà, forza e determinazione. Hanno fatto sì che il nostro lavoro non si fermasse mai, neanche nei momenti in cui la fragilità ha frenato o bloccato alcuni di noi. Siamo stati coraggiosi e in ogni momento abbiamo avuto fiducia nelle nostre capacità e nel sostegno dei nostri compagni attori”.

 

 

Video racconto del Laboratorio “Maneggiami con cura”

Guarda il video di Buongiorno Emilia-Romagna (TGR) con l’intervista al dott. Starace sulla X edizione di MàT, accompagnata dalle immagini dello spettacolo “Maneggiami con cura. Esercizi itineranti di felicità”

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