La Barca e Comunità San Matteo: “Così siamo stati protagonisti a Màt”

“Radio recovery”: la residenza La Barca di Cognento che, finalmente, si è nuovamente incontrata con la città. “Personale, sabbiosa imminente”, performance ispirata alla Tempesta shakespeariana alla Torre dei Bolognesi di Nonantola, a cura della Comunità Terapeutica Casa San Matteo CEIS A.R.T.E. Questi alcuni degli eventi CEIS caratterizzanti la recente edizione di Màt – Settimana della salute mentale, manifestazione promossa dal Dipartimento di salute mentale e dipendenze patologiche dell’AUSL di Modena.

“Radio recovery” a La Barca

Aprire la residenza alla città, condividere con operatori, amici, volontari e la cittadinanza i temi che riguardano i programmi residenziali, la speranza di uscire, di migliorare la propria esistenza, di sfruttare al meglio quest’anno di cura, gli obiettivi della domenica di incontro a La Barca di Cognento.

“È andata bene. Abbiamo rinnovato la tradizione, interrotta forzatamente dal Covid, di presentare La Barca alla città – sottolinea Grazia Fraccon, operatrice -. Per ribadire il nostro valore di ‘sistema aperto’ e intrecciato con gli altri attori della salute mentale nel Modenese. Abbiamo voluto condividere l’esperienza di operatori e utenti impegnati nei percorsi di cura volti alla recovery. Abbiamo fatto sentire le nostre voci, narrato sogni e speranze. La giornata è stata caratterizzata da quattro momenti particolari: 1) l’esposizione artistica “La mostra seduta”. 2) La performance musicale del Ciro’s Duo, frutto dell’esperienza di un ospite e di un animatore sociale volontariato che si sono esibiti in un repertorio originale di ‘improvvisazione jazz “con sassofono e basso elettrico. 3) L’aperitivo green, sempre prodotto da ospiti e operatori. 4) Quindi lo psicologo Leonardo Cantergiani ha curato un intervento, ‘Radio recovery’ appunto: parole nuove sulla salute mentale per aiutare le persone a riprogettare la propria esistenza al meglio delle proprie possibilità”.

La Barca di Cognento, Residenza sanitaria psichiatrica per il trattamento di pazienti con disfunzionalità moderata o grave, 15 operatori e 18 ospiti in carico ai servizi della salute mentale di Modena, uomini e donne tra i 25 e i 50 anni, propone progetti di riabilitazione della durata di 12 e 24 mesi. Nata nel 1997 in risposta alla chiusura degli ospedali psichiatrici, si appresta dunque a festeggiare i venticinque anni di attività. “Promuoviamo il concetto della salute mentale di persone che accettano i limiti imposti dalla malattia ma che restano protagoniste della propria vita, valorizzando le attuali abilità e lavorando per acquisirne altre. In vista di un successivo rientro al proprio domicilio, all’inserimento in famiglia o verso una domiciliarità assistita – spiega ancora Grazia Fraccon -. Dal 2017, infatti, al trattamento residenziale abbiamo affiancato un ‘appartamento dell’abitare supportato’, che da un anno si è trasferito in centro città. Quattro gli ospiti, con operatori, per un programma personalizzato di accompagnamento e sostegno alla persona”.

“Personale, sabbiosa imminente”: in scena la Comunità San Matteo

La Tempesta shakespeariana nella Torre dei Bolognesi di Nonantola. Un inno alla metamorfosi: perché la tempesta è una prova, chi l’attraversa ne esce trasformato. Il mare sommerge e rigenera, trasforma e muta. Protagonisti di “Personale, sabbiosa, imminente” 8 ospiti e 1 operatrice della Comunità Terapeutica Casa San Matteo CEIS A.R.T.E., struttura che nel Bolognese tratta le dipendenze patologiche. “L’obiettivo della rappresentazione – spiega Francesca Borghi, responsabile della Comunità – è stato quello di sottolineare quanto si possa ridurre la distanza sociale attraverso un buon livello di integrazione, abbattere lo stigma attraverso la conoscenza, implementare e scoprire le risorse individuali usando il teatro come strumento terapeutico. È dal 2018 che al Màt portiamo rappresentazioni teatrali, frutto del lavoro durante l’anno del nostro Laboratorio artistico, a cui partecipano con passione tutti gli ospiti. L’anno scorso abbiamo rappresentato i “Segni” che ciascuno dei ragazzi e delle ragazze si porta sul corpo e nell’anima; quest’anno abbiamo lavorato sul tema della “Libertà”, che ricalcava quello del Festival della Filosofia. È stata un’esperienza bellissima. Abbiamo svolto quattro repliche dello spettacolo, sempre con il tutto esaurito”.
Dai ventenni ai cinquantenni, la Comunità San Matteo può arrivare ad ospitare fino a 45 persone; una ventina gli operatori. Comunità terapeutica riabilitativa residenziale, accoglie persone tossicodipendenti e predispone percorsi differenziati e personalizzati, in un’ottica multidisciplinare e di sistema fortemente integrata con i servizi socio-sanitari e con le risorse esterne alla struttura.

“L’arte e la cultura, il teatro in particolare, ci appassionano e hanno grande valenza ed efficacia terapeutica – sottolinea Francesca Borghi -. In passato a Màt abbiamo anche esposto lavori del nostro laboratorio artistico e, assieme a Scialla Spazio Giovani di Nonantola, prodotto un bellissimo video, sotto forma di interviste doppie stile Le Iene, sulle dipendenze. La Comunità si trova nella campagna bolognese, ha molti spazi aperti e verdi. Il primo lockdown è stato vissuto quasi come un momento positivo di riappropriazione dei propri tempi, senza le mille incombenze quotidiane. Le chiusure di quest’anno, invece, sono state ‘accusate’, soprattutto da chi, ad esempio, in maniera propositiva stava cercando lavoro. Ma ora siamo ripartiti, con fiducia ed entusiasmo”.

 

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