“Gen-Z”, la prima comunità per minorenni con problemi psico-patologici

È la prima in Emilia-Romagna. La nuova comunità semiresidenziale del Gruppo CEIS, denominata “Gen-Z” e inaugurata a metà novembre, nata su impulso dell’azienda AUSL di Modena e fortemente voluta dal Direttore del dipartimento di Salute Mentale, accoglie minorenni, adolescenti tra i 14 e i 18 anni, con problematiche psico-patologiche.

Sabina Rosa è la responsabile della comunità. “Ospitiamo adolescenti inviati dal servizio di Neuropsichiatria Infantile dell’Ausl di Modena, casi conosciuti, ragazze e ragazzi con difficoltà relazionali, situazioni depressive, sospensione della frequentazione della scuola. Siamo a Villanova, in una bellissima villa dell’800 con ampi spazi, anche esterni. In struttura possono esserci contemporaneamente 8 ragazzi, ma siamo in grado di prenderne in carico un numero maggiore attraverso una precisa calendarizzazione. La comunità è aperta dalle 8.30 alle 17.30, c’è chi resta delle mezze giornate, chi di più, esiste la possibilità di pernottamento per 2 ragazzi alla volta e per un periodo di tempo non superiore alle due settimane. L’équipe è composta da 6 persone, educatori, psicologi, un tecnico della riabilitazione psichiatrica. L’obiettivo è chiaro: in un periodo relativamente limitato nel tempo, diciamo qualche mese, ci proponiamo di accompagnare i ragazzi a reinserirsi in un contesto di normalità, per quanto possibile. A scuola così come in circuito sociale di amicizie e abituali situazioni quotidiane, dal tempo libero allo sport. Tutti i progetti sono personalizzati, li costruiamo assieme”.

La caratteristica di “Gen-Z” è di essere assolutamente lontana dall’ambiente ospedaliero. Per come si presenta, non ci sono camici o situazioni istituzionalizzate in comunità, ma soprattutto per la prevalenza della componente pedagogica-educativa. Da subito gli operatori svolgono il percorso assieme ai ragazzi, all’interno di “Gen-Z” e condividendo le situazioni esterne. È prevista la possibilità di invitare amici, contatti con le associazioni del territorio, rapporti con lo scoutismo.

“La comunità è improntata secondo le caratteristiche degli interventi CEIS: ascolto, attenzione alla formazione, sviluppo della relazionalità – sottolinea Sabina Rosa -. L’aspetto psicologico e pedagogico sono compresenti e complementari, la comunità diurna vuole assolutamente evitare di essere autoreferenziale o strettamente clinica, ma al contrario mostrarsi come centro propulsore del recupero di una socialità sana, una spinta e un ri-accompagnamento dei ragazzi a immergersi nuovamente in modo costruttivo nei contesti sociali. La componente pedagogica è dunque decisiva. Così come il rapporto con le famiglie, che trovano nella comunità uno spazio accogliente e di confronto con gli operatori. Il lavoro psico-educazione con la famiglia è altrettanto importante. Pensiamo alla costruzione di un gruppo genitori, secondo le modalità CEIS, e già stiamo organizzando la festa di Natale”.