“Questa casa di accoglienza è anche bella, insisto su questo aspetto. Un luogo bello rende più bello chi lo abita: la si è voluta così, non è stata fatta con quello che si è rimediato in giro ma con attenzione e con un pensiero importante”.
Così il cardinale Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI, questa mattina all’inaugurazione ufficiale in zona Corticella (via del Tuscolano 99) a Bologna della “Casa di accoglienza Don Giuseppe Nozzi” per detenuti in misura alternativa.
Numerosi i presenti alla cerimonia. Tra gli altri, il sindaco di Bologna, Matteo Lepore; Mauro Palma, Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale; Vincenzo Colla, assessore allo sviluppo economico della Regione Emilia-Romagna; Emma Petitti, presidente dell’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna; Paolo Beghelli, presidente della Fondazione Carisbo; Federica Mazzoni, presidente del Quartiere Navile. Per il CEIS il saluto ufficiale è stato portato da padre Giovanni Mengoli, presidente del Gruppo, affiancato da padre Giuliano Stenico, presidente Fondazione CEIS.
Il Sindaco di Bologna, Matteo Lepore, ha sottolineato: “Questo è un luogo di vita e di cittadinanza. Non offre solo un tetto alle persone ma la possibilità di incontrarsi e lavorare insieme. Grazie per questa realtà a cui date vita”.
Padre Giovanni Mengoli ha ricordato come “Le cifre ormai note dell’abbattimento della recidiva del reato per chi sconta la pena in misura alternativa (il 16-20% contro il 66-70% circa di chi sconta la pena interamente in carcere) dovrebbero motivare la realizzazione di opportunità di accoglienza atte a favorire la concessione di misure alternative. Il progetto di ‘Casa Don Nozzi’, voluto dalla Diocesi di Bologna e oggi pienamente operativo, ne è un esempio virtuoso. La prevenzione della recidiva è un obiettivo primario del trattamento, sia al fine di aiutare il condannato a progettare una diversa esistenza dopo la commissione del reato, sia a garantire maggiore sicurezza sociale. Con l’accoglienza in misura alternativa si ottiene inoltre una drastica riduzione dei costi, pari a circa due terzi rispetto alla detenzione. Una spesa minore per una qualità migliore, assicurata dai valori aggiunti di un rapporto educativo e trattamentale diretto e quotidiano con la persona, una costante attenzione alle sue esigenze, la possibilità di costruire relazioni sociali. La Regione Emilia-Romagna dovrebbe dare la possibilità di inserire nel sistema strutturato dei servizi sociali e sanitari realtà come ‘Casa Don Nozzi’ e le tante altre simili nate per sensibilità del volontariato”.
La ristrutturazione della Casa – intitolata a “Don Giuseppe Nozzi”, compianto parroco di Corticella, figura particolarmente cara al territorio per la semplicità di vita e per l’attenzione squisita ai poveri – è stata finanziata dalla Parrocchia dei Santi Savino e Silverio di Corticella e dalla Diocesi di Bologna.
In una prima fase la gestione dell’accoglienza sarà parzialmente sovvenzionata attraverso i fondi FAAC e da un importante contributo della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, avendo poi come obiettivo in breve tempo di intercettare finanziamenti pubblici e privati per la sua gestione futura.
Nella struttura opera personale dedicato CEIS, che agisce in stretta collaborazione e sinergia con la “Fraternità Tuscolano 99”.
“Casa Don Nozzi” può accogliere 8 persone contemporaneamente in regime residenziale e, considerata la vicinanza con la sede del carcere della Dozza, ulteriori posti in regime non residenziali possono essere a disposizione per accoglienze brevi di permanenze di detenuti in permesso premio, o nella fascia diurna per carcerati in semilibertà.
L’immobile, su quattro piani, è costituito da un seminterrato parzialmente abitabile con una grande sala polivalente. Il piano terra ospita ufficio personale, cucina comune, sala da pranzo e due sale per lo svago. Al primo piano 8 le stanze, ognuna con bagno personale dedicato, oltre a un sottotetto mansardato parzialmente abitabile. Tutti i piani sono raggiungibili con ascensore, così da favorire ospiti con parziale disabilità.
“Casa Don Nozzi” rappresenta un importante sviluppo del progetto avviato dal CEIS presso il Villaggio del Fanciullo dal 2017, raccogliendone l’esperienza accumulata in un processo di continuo miglioramento. Nel corso degli anni al Villaggio del Fanciullo sono state accolte 18 persone, di cui almeno la metà si trovano ora con un’occupazione stabile, terminata l’esecuzione penale.
L’accoglienza a “Casa Don Nozzi” è possibile per detenuti in affidamento domiciliare definitivo, ma anche provvisorio (con richiesta di urgenza per varie ragioni), come pure per detenuti in detenzione domiciliare, in attesa che venga programmata la camera di consiglio per valutare l’affidamento.
Ogni ospite riceve le chiavi della propria stanza e, come parte di una comunità, dà il proprio contributo sia per la cura della casa che per la preparazione dei pasti.
Il personale dedicato al progetto promuove gruppi settimanali di verifica dell’andamento dell’accoglienza, monitora il percorso di inserimento sociale e lavorativo, mantiene i rapporti con tutti i soggetti della rete istituzionale (UIEPE, Matricola Carcere, Forze dell’Ordine, Tribunale di Sorveglianza) e privata (associazioni sportive o del tempo libero) che si interfacciano con gli ospiti.
Nell’area antistante alla casa di accoglienza è presente la “Casa del lavoro”, affidata ad Eta Beta (anch’essa consorziata al Gruppo CEIS), dove i detenuti in affidamento hanno la possibilità di sperimentarsi in percorsi laboratoriali propedeutici all’inserimento lavorativo esterno.
Guarda i servizi dei telegiornali sull’evento
Guarda video dell’inaugurazione
articolo ANSA – A Bologna casa d’accoglienza per detenuti in misura alternativa
articolo Il Resto del Carloni – Dozza, così gli ex detenuti trovano lavoro
articolo Corriere di Bologna – Bologna, in dieci anni 50 detenuti del carcere hanno trovato un lavoro con «Fare impresa in Dozza»
articolo SkyTG24 – A Bologna casa d’accoglienza per detenuti in misura alternativa