Agricoltura sociale: “Il caldo torrido non ci ferma e abbiamo progetti importanti”

“Stiamo mettendo a dimora le piantine dei prodotti che ‘verranno buoni’ d’autunno e in inverno: cavolfiore, cavolo, verza, radicchio, finocchio. Il problema è l’acqua: il nostro pozzo, qui in via Poli, ‘pesca’ ancora, ma altrove la situazione è più complessa e preoccupante. Condividiamo le preoccupazioni e le difficoltà del mondo agricolo, ma non ci perdiamo d’animo”.

Il solleone di luglio non ferma l’attività di “Faber”, progetto di agricoltura sociale nato a Modena nel 2016, a cura della Cooperativa Piccola Città. Oggi Piccola Città si è fusa con CEIS A.R.T.E., e in squadra sono entrate anche l’Azienda Agricola Biologica Sant’Antonio Abate e la Cooperativa Eortè.

Luigi Guagnano è il responsabile di “Faber” e dell’insieme delle attività di agricoltura sociale del CEIS

“Siamo una quindicina attualmente impegnati, equamente suddivisi tra operatori e operai agricoli, ragazzi dell’area socio-occupazionale e ospiti della comunità terapeutica. L’attività di agricoltura sociale è rivolta a persone fragili, con problemi psicologici, a ragazzi che hanno abbandonato la scuola senza trovare posto nel mercato del lavoro. Il filo conduttore è l’unione tra attività agricole ed azioni sociali inclusive per persone svantaggiate mediante tirocini, percorsi di inserimento lavorativo e percorsi socio-occupazionali. Dalla semina alla coltivazione delle piante, dalla raccolta dei prodotti finali alla loro vendita: ciascuno si rende utile secondo le proprie capacità e inclinazioni”.

“Faber” prevede la connessione tra azienda e mondo sociale. L’azienda agricola svolge le sue attività stagionali, le cooperative si occupano della parte educativa e organizzativa. C’è la consapevolezza, per tutti, della dignità del lavoro, di essere coinvolti nell’economia reale, di un impegno volto a ottenere un risultato comune.

Le attività vengono svolte nelle aree agricole adiacenti ad alcune comunità del CEIS di Modena e del bolognese; i prodotti coltivati sono utilizzati dalle comunità stesse e venduti al pubblico.

“La nostra ‘base’ – prosegue Guagnano – si è consolidata di fianco alla comunità La Torre in via Poli. Coltivando il campo e iniziando, all’interno di un capannone adiacente, le attività di confezionamento e di organizzazione della distribuzione di prodotti ortofrutticoli all’insieme delle comunità CEIS di Modena e delle località limitrofe. Serviamo una quindicina di comunità e ogni settimana vengono distribuiti tra i 14 e i 15 quintali di frutta e verdura. Ovviamente non solo nostri prodotti, ma anche acquistati al mercato. Per tutti l’appuntamento è di primo mattino, si compongono le squadre di lavoro e si distribuiscono le mansioni. Ci sono due tipologie di impiego: chi lavora nei campi e chi alla pulizia e al confezionamento del prodotto. Ci si ruota, per consentire a tutti di apprendere le varie fasi della lavorazione, naturalmente tenendo debitamente conto delle abilità e delle possibilità”.

“In via Poli siamo specializzati nell’agricoltura biologica, ma non è tutto. All’interno di due serre produciamo erbe aromatiche, rosmarino, salvia, fragole. A Villanova, su un terreno molto più ampio, svolgiamo una lavorazione estensiva assieme ad un’altra azienda che possiede trattori e attrezzature necessarie. Oltre agli ortaggi, si producono cipolle, patate e alcune varietà di cereali. Il punto vendita, aperto ai dipendenti CEIS ma anche a tutta la popolazione, è in via Poli. Abbiamo un ambizioso progetto per il futuro: l’allestimento di un laboratorio di trasformazione dei prodotti agricoli, che sarà realizzato a Villanova; qui i ragazzi – in particolare disabili che potranno così lavorare in un luogo protetto – saranno coinvolti nella produzione di passate, composte, marmellate, etc. Il locale, di fatto, è già sistemato, siamo nella fase di ricerca fondi, servono finanziamenti importanti”.