Agricoltura Sociale – Carletto vi aspetta!

Sono disponibili nuove date per le consegne dell’app Orto Condiviso dei prodotti provenienti dal progetto di Agricoltura Sociale, gestito dal Gruppo CEIS e dalla Cooperativa Eortè, insieme all’Azienda Agricola Biologica Sant’Antonio Abate.

Per far parte del percorso di Agricoltura Sociale e acquistare i prodotti offerti, basta scaricare l’applicazione e inserire il proprio ordine di acquisto.

 

I prodotti:

I prodotti del progetto di Agricoltura Sociale variano a ogni consegna, seguendo il ritmo naturale della produzione agricola. Per questo in periodi diversi si possono trovare varietà differenti di frutta e verdura, in base all’andamento dei raccolti.
Al fine di garantire comunque una gamma completa di prodotti, sono state coinvolte nel progetto una serie di aziende che sposano la stessa attenzione all’ambiente e al sociale su cui si fonda questa iniziativa.
Abbiamo inoltre scelto di integrare ulteriormente l’offerta inserendo nella applicazione anche alcuni prodotti provenienti dal commercio equosolidale, che abbiamo scelto con attenzione e cura al fine di rafforzare e sostenere la nostra proposta di acquisti consapevoli e sostenibili non solo per l’ambiente ma anche per le persone e la società.
Per verificare invece i prodotti offerti si consiglia di visitare l’app, dove è sempre disponibile l’elenco aggiornato.

 

Il progetto di Agricoltura Sociale:

Il progetto di Agricoltura Sociale muove i primi passi quattro anni fa, con il progetto Faber, gestito dalla Cooperativa Piccola Città, che oggi si è ampliato grazie alla fusione con il Gruppo CEIS e l’ingresso dell’Azienda Agricola Biologica Sant’Antonio Abate e della Cooperativa Eortè.
L’Agricoltura Sociale è una pratica che unisce attività agricole ad azioni sociali inclusive per persone svantaggiate mediante tirocini, percorsi di inserimento lavorativo e percorsi socio-occupazionali.
Attività rivolte a diverse tipologie di soggetti, come persone fragili, con problemi psicologici, o ragazzi che dopo l’abbandono scolastico vivono un momento di complessità e non trovano posto nel mercato del lavoro.
I soggetti partecipanti sono impiegati in tutte le fasi dell’attività agricola: dalla semina alla coltivazione delle piante, dalla raccolta dei prodotti finali alla loro vendita, ognuno secondo le proprie capacità e inclinazioni.
Attività che aiutano non solo le persone direttamente impegnate nel progetto, ma anche le loro famiglie, sollevandole dalla solitudine di doversi occupare in autonomia dei propri figli e delle loro problematiche quando non ci sono percorsi alternativi previsti da istituzioni o servizi sociali.
Il modello di Agricoltura Sociale impiegato in questo progetto si fonda sulla rete e sulla connessione tra azienda e mondo sociale. Le persone disabili o svantaggiate vengono inserite in un contesto economico concreto, in cui l’azienda agricola porta avanti normalmente le sue attività, e le cooperative svolgono la parte educativa e organizzativa del progetto.
Il grande valore dell’approccio adottato è proprio la consapevolezza data alle persone coinvolte di essere parte di un’attività economica reale. Educatori, operatori e soggetti fragili seguiti dal progetto non sono in posizioni diverse, ma lavorano insieme come “colleghi” per un risultato comune.
Un progetto complesso e ambizioso, con un grande obiettivo: garantire a tutti la dignità del lavoro e la costruzione di un proprio posto completo, senza limiti, nella società.

 


Le storie:

G. è una ragazza autistica impegnata in un lavoro socio-occupazionale all’interno del percorso di Agricoltura Sociale, gestito dal Gruppo Ceis di Modena, dall’Azienda Agricola Bio Sant’Antonio Abate e dalla Cooperativa Eortè, entrambe di Soliera.
Senza questa opportunità, G. sarebbe tutto il giorno a casa, privata della sua autonomia, come le tante altre persone nella sua situazione, che una volta terminata la scuola si trovano fuori da percorsi socio-occupazionali adeguati.
Insieme a lei altri, come M., giovanissima ragazza con disturbi mentali, che rischiava il ricovero in una residenza psichiatrica prima di compiere vent’anni, e che grazie al progetto di Agricoltura Sociale ha potuto intraprendere una strada alternativa di sostegno e cura.
E ancora D., la cui situazione familiare era sul punto del collasso a causa dell’impossibilità crescente dei genitori di gestire autonomamente in casa la sua condizione psichiatrica, senza avere alcuna prospettiva costruttiva per il suo futuro. Poi l’incontro con la campagna e la rinascita, a piccoli passi. Accanto ai suoi educatori D. ha appreso i gesti e i riti del lavoro agricolo, acquisendo così concetti e regole forse semplici ma non per questo scontate. Come la cura della propria persona, dell’ambiente e del prossimo, il rispetto della puntualità, l’osservanza di comportamenti sicuri, l’attenzione all’uso di strumenti e macchinari.
Situazioni che necessitano di progetti di coesione sociale in settori nuovi: una richiesta arrivata sia dai servizi socio-sanitari del territorio che dalle scuole, e che consente l’ingresso nel mondo del lavoro a soggetti che altrimenti avrebbero difficoltà o limiti nell’approccio a esso.