Con le parole di p. Giuliano Stenico, il Gruppo CEIS augura a voi una Santa Pasqua di Resurrezione!
Gesù muore solo, appeso alla croce, un patibolo riservato alle persone ritenute socialmente pericolose. Un’esecuzione cruenta e pubblica, inflitta come ammonimento e deterrente per chiunque osasse turbare l’establishment. Per le autorità e politiche e religiose, il messaggio, le parole e i gesti di Gesù trasmettevano un contenuto sovversivo tale da dover sopprimere con la pena di morte.
Nessuno sta sotto la croce; chi ha seguito e ammirato il Maestro di Nazareth, guarda in lontananza la scena raccapricciante, sconvolto, impietrito e impotente.
La solitudine del morente è assoluta, oscura, irrisa e perfino maledetta. Non vi è alcuna pietà per Lui, alcuna vicinanza, alcun conforto, comprensione o sostegno, solo gli sguardi spaventati e sofferenti di chi lo aveva ammirato, seguito e amato, ma ora costretto a stare lontano.
Eppure, nel momento più tragico della sua esistenza, Gesù non viene travolto dal discredito che si abbatte su di Lui. Il suo cuore non è pervertito dall’odio di cui è fatto segno. Certo vive un abbandono profondo, perfino da parte di Dio, che esprime ad alta voce gridando: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato”, ma che supera esclamando. “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”
Completamente decentrato da sé, quasi dimentico del suo dolore, accoglie con tenerezza il compagno di sventura che lo invoca promettendogli di condurlo nel suo regno.
Fedele a sé stesso, al suo amore e alla sua predilezione per gli smarriti e le persone dalle vite sbagliate, supplica Dio di perdonare chi lo ha condannato e, quasi scusandolo, invoca: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”
Perciò anch’io, insieme al centurione che vedendolo morire in quel modo professa: “Veramente quest’uomo era Figlio di Dio”, riconosco nella sua umanità l’impronta splendente della divinità. Una divinità speciale che dona tutto di sé per prendersi cura di ogni uomo, senza distinzioni.
E in questo tempo di pandemia che sta durando troppo a lungo per tutti e rischia di sradicarci da noi stessi, alzo gli occhi al crocifisso per ricevere forza, fedeltà, speranza, luce e futuro. E mi auguro che ciò accada a tutti noi.
p. Giuliano Stenico
Santa Pasqua 2021