L’evoluzione del mondo CEIS e gli scenari futuri

Minori risorse a disposizione, situazioni legate alla marginalità in crescita e maggiormente complesse, più servizi richiesti a fronte di una riduzione dell’intervento diretto delle pubbliche amministrazioni. Quale l’evoluzione del mondo CEIS in questi anni “complessi” e quali scenari futuri si profilano?

“Partiamo dalla comunicazione – racconta Luca Cavalieri, Direttore Generale Gruppo CEIS -. Abbiamo rinnovato e arricchito i siti CEIS e dell’Istituto Toniolo; in aprile, sempre online, pubblicheremo la rivista scientifica Teoria e Prassi. Passi significativi per dare una visibilità diversa, più puntuale e immediata dell’universo CEIS, ma anche per poter intervenire nel dibattito pubblico, per esprimere il nostro punto di vista rispetto a ciò che succede. La mission CEIS è chiara: agire di fronte a situazioni di disagio, di emarginazione e sofferenza. L’abbiamo fatto e intendiamo raccontarlo, portando testimonianze importanti sulle vicende trascorse e attuali. Ma oggi ci troviamo di fronte a un orizzonte che evolve rapidamente: in una società che vive una chiara difficoltà economica, si generano con sempre maggior frequenza situazioni di nuove povertà e di emarginazione. Dunque, bisogna cambiare approccio e intendiamo sostenere con forza e chiarezza le nostre posizioni”.

 

La persona come risorsa, la professionalizzazione come risposta

“Per CEIS la persona è considerata, da sempre, un valore e una risorsa – prosegue Cavalieri – prima che portatrice di uno specifico problema. Ed è al centro della nostra attenzione: va accolta, ascoltata, rispettata, valorizzata. Questo in tutti gli ambiti di attività CEIS: nei trattamenti terapeutico-riabilitativi, socio-assistenziali, educativi, così come nella ricerca e nella formazione. Se questa è la cornice, per poter rimanere sul ‘mercato’ e rispondere alle esigenze dei soci (siamo una cooperativa di produzione lavoro), puntiamo sulla professionalizzazione degli interventi, sulla diversificazione delle attività, su flessibilità e capacità di adattamento per raggiungere l’obiettivo di fornire servizi efficaci e di qualità con l’obiettivo di mantenere l’equilibrio economico”.

 

Migranti e minori stranieri: creare una cultura dell’accoglienza

Avviata negli ultimi anni, l’accoglienza dei migranti è oggi una delle attività di “prima linea” del Gruppo CEIS, che ha raccolto le sollecitazioni della diocesi e di tanta parte dell’associazionismo e del Terzo settore. “Su un tema complesso, che molti piegano a fini strumentali – sottolinea Cavalieri -, abbiamo dato una impronta personale, partendo anche in questo caso dalla fedeltà alla nostra mission, e andando oltre ai bandi e ai percorsi dettati dalla normativa. Intervenendo direttamente con risorse CEIS siamo stati in grado di erogare maggiori prestazioni, di eliminare molte barriere, di integrare i migranti attraverso attività scolastiche, di formazione di volontariato e lavorative lecite; mettendo inoltre a disposizione appartamenti per una vera accoglienza. In sostanza, offrendo a tante persone opportunità che nei loro Paesi non hanno. Anche nel campo dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati (MSNA) del SIPROIMI abbiamo sviluppato un modello di accoglienza capace di coniugare efficienza ed efficacia, dove i giovani migranti sono stimolati ad essere responsabili del loro percorso per conseguire maggiori autonomie e possibilità di integrarsi.
Tutte queste azioni vanno raccontate, valorizzate, portare all’attenzione del dibattito pubblico per creare una cultura dell’accoglienza. Così come non siamo arretrati di fronte alla sfida della crescente marginalità, dell’allargamento delle fasce di potenziali emergenze. Abbiamo attivato, su richiesta dell’AUSL di Modena, servizi contro la dipendenza che in passato non erogavamo: penso ad esempio all’accoglienza delle persone tossicodipendenti senza fissa dimora nei cento giorni più freddi dell’anno”.

 

Innovazione e diversificazione negli scenari futuri

“Gli scenari futuri? Punteremo sulla innovazione: penso alla struttura contro i Disturbi Alimentari di Parma e alle comunità terapeutiche per adulti dove abbiamo attivato moduli per minori a Modena e Parma, alla comunità minori integrata Eureka a Bologna, mentre entro l’estate apriremo una nuova comunità madre/bambino a Modena. Priorità, come detto, sarà data alla diversificazione degli interventi e alla professionalizzazione del personale, come le esperienze del Centro Studi e dell’Istituto Toniolo stanno a dimostrare. Negli ultimi anni abbiamo inoltre realizzato alcuni investimenti immobiliari – penso alla recente inaugurazione di Casa Padre Marella a Bologna per malati di AIDS e minori problematici – grazie ai risparmi accumulati nel tempo, a finanziamenti bancari e a contributi di enti terzi. Oggi poter disporre di alcuni immobili di proprietà ci consente flessibilità, capacità di adattamento e prontezza di risposta alle richieste di nuove attività e servizi provenienti dal Pubblico, oltre che di poter avviare future progettualità all’interno del Gruppo CEIS”.