In memoria di p. Fausto e d. Giorgio, fondatori del CEIS a Parma e a Piacenza

LETTERA IN MEMORIA DI PADRE FAUSTO TORRESENDI, FONDATORE DEL CEIS DI PARMA

“fidarsi di Dio è un bel fidarsi”
(San Gasparre Bertoni)

 

Nei giorni scorsi ci ha lasciato, anche lui contagiato dal coronavirus, Padre Fausto Torresendi della famiglia religiosa degli Stimmatini.

Era arrivato a Parma nel 1980 come pastore della parrocchia delle Stimmate che stava crescendo nel popoloso quartiere “Montanara”. In quegli anni Padre Fausto ebbe modo di scoprire una parte nascosta, ma soffrente, della parrocchia: quella della tossicodipendenza. Come lui stesso disse: “Avevo incontrato i giovani che stavano male ed erano lontani dalla luce di Cristo. Ma avevo anche incontrato le famiglie nel dolore e frammentate e sole dei tossicodipendenti”. Così iniziò il suo ministero al Centro di solidarietà L’Orizzonte di cui divenne presidente alla fine degli anni ’80. L’Orizzonte, comunemente chiamato CEIS di Parma, era nato qualche anno prima nel 1986 per volontà di famigliari di ragazzi tossicodipendenti e volontari impegnati nel sociale desiderosi di portare anche a Parma l’esperienza di Progetto Uomo.

Grazie all’aiuto di Don Giorgio Bosini del CEIS di Piacenza, di cui piangiamo in questi stessi giorni la scomparsa, e di Don Giuseppe Dossetti di Reggio Emilia, Padre Fausto riuscì a completare tutto il percorso di cura dall’accoglienza al rientro. Fu un servizio che cambiò il suo essere prete e credente come egli ebbe modo di scrivere: “Fu il mio imparare un modo nuovo di incontrare la gente. Incontrare ed ascoltare, senza giudicare e dandoci fiducia e una possibilità sempre nuova. Ho capito che cosa voleva dire che “I poveri li avete sempre con voi”. Ma con loro avremmo sempre avuto anche il Signore. Di questo mai dovevo perdere la fiducia e la speranza”.

Quando nel 1992 , da giovane obiettore di coscienza, Don Franco Minardi allora Direttore della Caritas Diocesana di Parma, mi mandò a fare servizio presso il CEIS, mai avrei pensato che avrei potuto sostituire Padre Fausto in quel ruolo. Egli fu per me, ma credo per tutti coloro che operavano all’Orizzonte, un esempio e un costante stimolo alla ricerca della nostra vocazione.
Solo un ictus nel 1997 potè allontanare Padre Fausto dai suoi ragazzi della comunità. Una lunga malattia che lo tenne lontano dal Centro e dalla città di Parma per tanti anni, ma che Padre Fausto visse sempre con grande fede: “È stata una battaglia lunga, ma mai persi la fiducia e la fede in Colui che è nostro Padre. Mai persi la fiducia di poter essere ancora utile al popolo santo di Dio”.
Molto ho appreso da lui, certamente l’incondizionata fiducia nella Divina Provvidenza. Una fiducia che contraddistingue un po’ tutti coloro che operano nei nostri mondi. Come egli scrisse: “Grazie Gesù della tua paura, così simile alla mia, perché penso che devo dire, devo fare, mentre invece bisogna solo aver fiducia nel dono del Padre”.

 

Parma, 25/03/2020

Roberto Berselli
Vice Presidente del Consorzio Gruppo CEIS
Presidente del Centro di Solidarietà l’Orizzonte (1997-2014)

 


 

LETTERA IN MEMORIA DI DON GIORGIO BOSINI, FONDATORE DEL CEIS DI PIACENZA

 

Hai scelto davvero un momento particolare per andare via. Sembra quasi che hai voluto andartene in punta di piedi, come eri solito vivere ed operare, recando il minor disturbo possibile. Quasi a toglierci il “peso” di salutarti degnamente…
Del resto era da un po’ di tempo che non stavi bene e per evitare di “pesare” avevi lasciato il tuo amato Centro “La Ricerca” ritirandoti nella casa di riposo dove il virus maledetto ti è venuto a prendere.
Te ne vai quando l’umanità intera vive un’angoscia senza precedenti, e te ne vai di quella stessa angoscia, quasi volessi continuare, come hai fatto in vita, a portare sulle tue spalle la croce dei più deboli.
Ecco è così che ti immagino in questo momento, camminando verso il cielo con le spalle piegate da questo terribile male, quasi volessi offrire a Dio la sofferenza che in questi giorni sta attanagliando tutti noi, il tuo Centro e i tanti ragazzi ed operatori chiusi nelle comunità di tutta Italia.
Del resto è quello che hai fatto per tutta la vita, perché tu ci hai insegnato a cercare Dio nelle piaghe degli uomini.

Ora però, Don Giorgio, è venuto il momento di riposare.
Lasci un vuoto enorme, per il tuo Centro e per tutta la Federazione, un vuoto che però sarà presto colmato dalla dolcezza del tuo ricordo e dalla forza dei tuoi insegnamenti.
E solo il Signore sa quanto abbiamo bisogno, in questo momento, di testimoni di speranza come tu, caro Don Giorgio, sei stato per tutta la vita.
Ed ora, da lassù, avrai modo di esserci ancora più vicino, di darci forza in questo momento difficile, accompagnandoci nella tempesta affinché non perdiamo mai di vista la stella polare della nostra umanità.
Arrivederci allora Don Giorgio, a nome nostro e di tutti i ragazzi delle comunità, e che il Signore ci conceda il coraggio di lottare e la forza di amare, perché un giorno, non troppo lontano, torneremo ad unirci in un grande abbraccio per poterti salutare come davvero meriti.

Luciano Squillaci
Presidente della Federazione Italiana Comunità Terapeutiche