Giovanni Mengoli, avevamo salutato l’arrivo del 2021 con l’augurio che fosse un “anno non eccezionale, né straordinario né spettacolare, ma semplicemente normale, in cui riscoprire le relazioni personali e i preziosi gesti quotidiani.”. Non è andata così…
Effettivamente è stato un anno molto complesso: per la pandemia che pare non avere fine, e che ha reso ancora più complicato il lavoro; per il cambiamento nelle richieste dei servizi di accoglienza, assistenza e cura; per le mutate sensibilità e i bisogni delle persone e delle famiglie che si rivolgono al CEIS; e anche per le mutate aspettative dei giovani che si propongono di lavorare con noi come operatori ed educatori. Ma non dobbiamo dimenticare gli aspetti positivi da valorizzare, insegnamento e traccia per il futuro: il senso di appartenenza, le spiccate professionalità in crescita, il mettersi in gioco degli operatori, degli educatori, dei collaboratori. E le tante risposte che siamo riusciti e continuiamo a dare: il Gruppo CEIS si è confermato punto di riferimento importante per i servizi che offre alle comunità di tutti i territori in cui opera.
Un altro anno caratterizzato dall’emergenza sanitaria, che ha reso ancora più faticoso il lavoro. Una realtà, quella segnata dal Covid, magari non più imprevedibile come in passato ma che ha nuovamente messo a dura prova le certezze dei servizi e delle persone. Quale bilancio ne possiamo trarre?
Il tema Covid ormai è diventato un “leit motiv” del nostro lavoro: dobbiamo farci i conti! In positivo mi sento di dire che un po’ tutti abbiamo interiorizzato le implicazioni quotidiane, le limitazioni e le necessarie prudenze che vanno messe in campo. Facciamo tutto quanto si deve, con consapevolezza e responsabilità anche per accompagnare i nostri ospiti. Mi preme anche raccogliere e rilanciare l’invito di Padre Giuliano nel suo augurio natalizio: “nel rispetto delle norme nazionali, occorrono cautela e controllo ancora maggiori quando ci si confronta tra posizioni personali circa la validità dei vaccini, che non di rado vediamo come divisive persino nei legami famigliari, tra amici e colleghi. Evitiamo contrapposizioni inutili, utilizziamo gli strumenti del dialogo e del confronto. Occorre restare uniti e creare coesione”.
La delicatezza e la varietà dei servizi gestiti da CEIS, l’evoluzione dei bisogni e delle richieste di famiglie e utenti, le difficoltà nella ricerca del personale: quanto ha inciso, nel 2021, questo insieme di complessità?
Cambiano le richieste da parte dei servizi e nelle prestazioni che ci vengono richieste: relativamente al lavoro educativo, terapeutico, di accoglienza e cura. Ci troviamo di fronte a nuove tipologie di ingressi, a nuove forme di dipendenza, a problematiche relazionali sempre più gravi, a massicci afflussi, ad esempio di minori stranieri non accompagnati, le cui motivazioni e finalità non sempre sono coerenti e rispettose del vivere civile. L’insieme di queste complessità rende tante volte il lavoro contraddittorio e questo si ripercuote anche sulla ricerca di nuovo personale che abbia le giuste motivazioni, e richiede a chi già lavora con noi una sempre maggiore adesione, partecipazione e condivisione dei valori CEIS, con la persona al centro del nostro operato.
Quali i risultati positivi?
I traguardi raggiunti anche in questo secondo anno di pandemia sono tangibili ed evidenti. La conclusione dei percorsi di riabilitazione e cura; i tanti progetti portati a termine; le risposte in tema di accoglienza e reinserimento; le innumerevoli attività nelle comunità e in collaborazione con le istituzioni, a valorizzare le molteplici opportunità che vengono offerte. E poi l’ascolto delle persone, gli studenti che con noi crescono e si formano; il prezioso lavoro amministrativo e tecnico al nostro interno. Le tante persone che come CEIS abbiamo incontrato e che ci arricchiscono umanamente e professionalmente. Un ringraziamento particolare agli operatori, ai tantissimi che non si sono sottratti alle nuove sfide che il lavoro ha richiesto, che sono cresciuti e si sono specializzati con noi, che con impegno e dedizione si applicano nella quotidianità del lavoro.
Quale augurio per le festività e per il prossimo anno?
Natale e Capodanno sono il tempo dei bilanci, di previsioni e aspettative per l’anno che verrà. Auguro a tutto il Gruppo CEIS di affrontare il ‘nuovo che arriva’ con mente e cuore aperti, con senso di umanità, di appartenenza e impegno costante. Consapevoli tutti che le complessità sono una sfida a cui non possiamo né vogliamo sottrarci, con spirito di fantasia e innovazione nelle risposte, con sempre più attenzione e cura nei confronti delle persone che accogliamo e assistiamo. Il senso di questo nostro sforzo, l’impegno che ci accomuna, nel 2022 compirà quarant’anni!
Le motivazioni, i valori, lo spirito che animano il nostro lavoro troveranno espressione in una serie di eventi che avremo modo di promuovere. Anche il sito del Gruppo CEIS avrà un’apposita sezione, che sarà dedicata alla “nostra storia”. Una storia che vogliamo salvaguardare e condividere per lanciarsi nel futuro. Perché CEIS da sempre lavora sulle storie personali per connetterle al contesto sociale, per creare delle più ampie relazioni e una sempre più diffusa e condivisa solidarietà.