Riflessioni condivise: dalle difficoltà economiche al valore del nostro impegno comune

Sulle principali sfide che attraversano oggi il mondo della cooperazione sociale – dal rinnovo contrattuale alla sostenibilità economica, fino al valore del lavoro quotidiano nei servizi – pubblichiamo una riflessione di Roberto Malaguti, presidente di CEIS A.R.T.E, rivolta anzitutto alle colleghe e ai colleghi, ma non solo. Un invito a guardare con consapevolezza e impegno condiviso al nostro agire cooperativo.

Vi raggiungo con queste righe, in uno dei mesi più caldi degli ultimi anni, non solo come presidente, ma come parte di una comunità di lavoro che ogni giorno, con impegno e passione, si prende cura delle persone più fragili del nostro territorio.

È un momento che ci chiama a fermarci un attimo, a guardarci attorno e a condividere alcune riflessioni che partono da un nodo concreto – l’adeguamento delle rette dell’area sanitaria – per arrivare al cuore del nostro agire cooperativo.

Il contratto rinnovato e le sfide che porta con sé

L’evento più significativo degli ultimi anni per il nostro settore è stato il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per le cooperative sociali. Dopo anni di attesa, finalmente si è posto rimedio a una situazione insostenibile, che aveva eroso il valore del lavoro nel sociale, colpito da anni di stagnazione e aggravato dagli effetti post-pandemici.

Gli aumenti salariali previsti – un incremento complessivo del 14% distribuito in più fasi, insieme all’introduzione della quattordicesima – restituiscono dignità e riconoscimento a professioni che troppo a lungo sono state date per scontate. È un risultato importante, atteso da tutti noi.

Ma, come spesso accade, ogni conquista porta con sé nuove responsabilità. Nel nostro caso, il nodo cruciale è questo: come garantire la sostenibilità di questi aumenti, in un sistema – quello delle cooperative sociali – che ha marginalità, quando presenti, molto contenute.

Un sistema in squilibrio: quando le rette non tengono il passo

La situazione si complica quando guardiamo al contesto istituzionale. Nonostante il rinnovo del contratto sia stato recepito a livello nazionale, ad oggi la Regione Emilia-Romagna non ha ancora riconosciuto gli aumenti salariali nelle tariffe sanitarie. L’assenza di questo adeguamento sta mettendo in grave difficoltà tutte le cooperative del territorio.

La lunga fase di stallo politico, seguita alle dimissioni del Governatore e il conseguente scioglimento dell’Assemblea Legislativa, ha bloccato ogni possibilità di discussione e aggiornamento delle rette.
Da dicembre, subito dopo le elezioni del nuovo Governatore e come è stato sottolineato anche dal CEIS, abbiamo riattivato un confronto, in modo coordinato con altre realtà, per chiedere l’apertura di un tavolo specifico, in particolare sui servizi per dipendenze e psichiatria; ma i tempi della politica non coincidono con quelli della quotidianità dei servizi.

Il rischio, oggi, è quello di una sofferenza strutturale progressiva: i costi aumentano, mentre le entrate restano stabili, e questo squilibrio potrebbe, nel tempo, mettere sotto pressione il sistema. Tuttavia, la struttura del Centro è solida e articolata, con le varie aree che si compensano a vicenda: questo consente di proteggere la qualità dei servizi, anche in un contesto complesso. La dirigenza è pienamente consapevole della situazione e sta lavorando con grande impegno per mantenere l’equilibrio complessivo, rafforzare le entrate e gestire i costi senza compromettere la missione del Centro.

La cooperazione sociale come risposta, non come vittima

Eppure, proprio nei momenti difficili come questo, emerge con forza la nostra specificità. A differenza di altri modelli organizzativi, la cooperazione sociale non è un semplice erogatore di servizi: è un progetto collettivo fondato su legami, reciprocità e responsabilità condivisa.

Contro l’idea thatcheriana neoliberista che “la società non esiste”, noi diciamo che la società si costruisce ogni giorno, con gesti piccoli e grandi, in cui le competenze si intrecciano e generano qualcosa che da soli non potremmo realizzare.

Lo sappiamo bene: siamo educatrici, psicologi, operatori socio-sanitari, infermiere, cuochi, amministrativi, coordinatrici. Insieme, teniamo in piedi una rete che cura, accoglie, ascolta e accompagna. Insieme, possiamo anche reggere l’urto di questa fase difficile. Ma per farlo dobbiamo mantenere viva quella consapevolezza che ci rende non solo lavoratori, ma cooperatori, cittadini attivi, protagonisti di un pezzo di società più giusta.

Abitare la complessità: il valore del contributo di ciascuna e ciascuno

È in questo quadro che il contributo di ogni persona assume valore politico – nel senso più alto e civico del termine. Non è solo con una delega totale alla direzione o agli organismi rappresentativi: la tenuta del nostro modello passa attraverso la consapevolezza e l’impegno quotidiano di ciascuna e ciascuno.

Il “noi” cooperativo non è mai un fatto retorico: è una trama da tessere ogni giorno, in quattro direzioni.

  • Personale: ogni relazione con un utente o un/a collega è un’occasione per rinnovare il senso del nostro lavoro.
  • Di équipe: il gruppo non è solo una somma di presenze, ma uno spazio di cura reciproca e di responsabilità condivisa.
  • Di area: le intuizioni e le prospettive non nascono solo “dall’alto”, ma crescono nel dialogo continuo tra chi coordina e chi lavora nei servizi.
  • Direttiva: dove nasce la visione complessiva, ma che deve sempre restare collegata alla quotidianità concreta.

In tutte queste dimensioni, abbiamo a disposizione strumenti per partecipare, discutere, proporre. Questo testo stesso è uno di quegli strumenti.

Per concludere: una sfida che riguarda tutti noi

Non siamo in attesa passiva di risposte dall’esterno. Siamo parte attiva di un cambiamento necessario. Le difficoltà economiche che stiamo affrontando non sono una colpa, ma il sintomo di uno squilibrio sistemico. Un sistema che, senza un intervento deciso delle istituzioni, rischia di non reggere. Ma che può trovare – nel lavoro quotidiano di ognuno, nella capacità di riflettere insieme, nel coraggio di chiedere – la forza per andare avanti.

Siamo chiamati, ancora una volta, a coniugare responsabilità e visione, quotidianità e futuro. E a ricordarci che, in fondo, ogni badge strisciato, ogni riunione d’équipe, ogni sorriso dato o ricevuto, è un mattone di quella società cooperativa che vogliamo continuare a costruire.

Roberto Malaguti, presidente CEIS A.R.T.E. cooperativa sociale