Giovanni Mengoli: “Un luogo in cui abitare per minori e giovani adulti stranieri”

Giovanni Mengoli, presidente del Consorzio Gruppo CEIS, è stato uno dei protagonisti di “Un luogo in cui abitare: le politiche abitative per minori e giovani adulti stranieri”, terzo appuntamento del ciclo di seminari sull’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, tenutosi nei giorni scorsi presso l’Istituzione G.F. Minguzzi di Bologna.

Il suo intervento si è focalizzato su due esperienze chiave: i progetti STARGATE e GRANDE, che il CEIS promuove per accompagnare i giovani migranti nel delicato passaggio alla maggiore età e verso una reale autonomia abitativa.

STARGATE – ha spiegato Giovanni Mengoli – nasce nel 2005 come risposta concreta alla difficoltà, per molti neomaggiorenni in uscita dalle comunità MSNA, di accedere a un alloggio. Avviato insieme all’Associazione Villaggio del Fanciullo, il progetto ha permesso a decine di ragazzi meritevoli di vivere in appartamenti in autogestione, contribuendo alle spese grazie ai primi redditi da lavoro”.

Nel tempo, STARGATE si è sviluppato in sinergia con le istituzioni e il terzo settore, in particolare con l’Istituzione Don Paolo Serrazanetti, arrivando a gestire fino a sei appartamenti. Tra il 2009 e il 2023, oltre 130 giovani hanno potuto contare su questo percorso di transizione abitativa, che li ha sostenuti nell’inclusione sociale e nella conquista di un’autonomia sostenibile.

Dal 2021, il CEIS è quindi partner del progetto GRANDE, coordinato da COSPE e finanziato dalla Fondazione C.I.B. Questo intervento ha rafforzato l’azione sull’abitare attraverso un approccio professionale: formazione, accompagnamento e mediazione culturale sono stati al centro di un’azione che ha portato 13 giovani a firmare contratti di affitto sul libero mercato e altri 6 a essere inseriti in alloggi sociali o in cohousing, tramite patti di collaborazione. Un segno evidente di quanto l’integrazione abitativa possa e debba essere sostenuta con strumenti adeguati.

“L’abitare non è solo un tetto sopra la testa – ha aggiunto Mengoli – ma è una dimensione fondamentale dell’integrazione. È qui che i nostri ragazzi imparano a vivere da cittadini, costruiscono legami e mettono radici.”

In conclusione, Mengoli ha offerto alcune riflessioni sul contesto abitativo cittadino sottolineando come l’abitare vada considerato non solo come una questione di accesso, ma come un terreno decisivo di cittadinanza e coesione sociale. “Accogliamo con favore le iniziative dell’Amministrazione comunale per supportare la cosiddetta ‘fascia grigia’, ovvero coloro che non accedono né all’edilizia pubblica né al mercato privato. Tuttavia, a Bologna persistono oltre 7000 alloggi sfitti e 4000 destinati ad affitti brevi turistici. È necessario domandarsi perché e prenderci anche noi, come attori del sociale, parte della responsabilità. I giovani che accogliamo faticano a vivere in condominio come una famiglia, per differenze culturali e difficoltà di convivenza: su questo dobbiamo lavorare. Sul piano normativo, sarebbero poi opportuni interventi precisi: una riforma della legge nazionale sugli affitti, per tutelare anche i proprietari; la promozione di contratti a canone calmierato con garanzie sostenibili; misure per rientrare in possesso degli immobili in caso di morosità prolungata; infine, non solo aumento dell’ICI per proprietari di seconde case sfitte, rispetto alla quale sarebbe forse da mettere più attenzione con forme di controllo rispetto ai prestanome, ma pure incentivare maggiormente chi affitta a la casa a persone che escono dalla transizione abitativa o comunque da situazioni di svantaggio sociale”.