
“Buon compleanno, Eureka!”. Uno slogan semplice per un evento importante. Giovedì 20 novembre, a Bologna (via Massarenti 222, ore 16-19), la Comunità Integrata CEIS per minori inaugurata nel 2019, festeggia il suo sesto anniversario.
Eureka accoglie adolescenti inviati dai servizi sociali e dalle neuropsichiatrie dell’infanzia e dell’adolescenza, ragazzi che vivono compromissioni psichiatriche e comportamentali, con alle spalle contesti familiari fragili. Una realtà che rappresenta un tassello della rete territoriale di tutela dei minori, con l’obiettivo di riattivare percorsi di cura e costruire nuove traiettorie di vita.
Simona Broccoletti, responsabile della comunità, racconta così lo spirito della giornata:
“Sarà un momento di condivisione e convivialità con gli amici di Eureka: utenti, colleghi ed ex colleghi, vicini, chi ci conosce e tutti coloro che orbitano attorno al progetto della comunità. Musica, giochi, buffet: niente di solenne, solo il piacere di ritrovarsi. Come sta andando? Bene. A volte, quando ci fermiamo a riflettere tra colleghi, sembra prevalere la fatica strutturale di questo lavoro. Ma sollevando un po’ lo sguardo il quadro di delinea chiaramente: lavoriamo per supportare i ragazzi in percorsi molto intensi ed impegnativi, con equilibri tanto delicati. Abbiamo appena dimesso un ragazzo che abbiamo ospitato per quattro anni. È arrivato a 12 anni e comunicava la sua presenza nel mondo picchiando, ricattando i compagni per ottenere la loro compagnia. Era in conflitto con la famiglia, al punto da essere stato allontanato da casa, e aveva alle spalle ripetuti fallimenti scolastici. Oggi è rientrato in famiglia, ha ricucito il rapporto con madre e padre, ha conseguito un diploma professionale e ha trovato un lavoro regolare, tutto questo a 16 anni e mezzo. Il lavoro più importante che ha affrontato è stata la presa di coscienza dei limiti importanti delle figure genitoriali, rispetto alle quali ha capito che l’unica strategia possibile era adattare le proprie modalità relazionali alle loro, non aspettarsi il contrario.”
Le sfide che affrontiamo sono sempre nuove. Portano fatica, ma anche gioia. Ci troviamo davanti ragazzi con comportamenti violenti, traumi, disturbi psichiatrici. Spesso riversano tutto sugli educatori, ed è il segno che cercano contenimento e la certezza di una presenza costante. È come attraversare un tunnel insieme: operatori e ragazzi. È faticoso, ma spesso riusciamo ad arrivare dall’altra parte. Oggi poi Eureka ha molti educatori giovani, in formazione, partecipi e desiderosi di fare esperienza sul campo. Un’équipe che ogni giorno dà il meglio e di cui siamo molto contenti. Sono in cammino e si mettono in gioco.”
“Ogni progetto educativo a Eureka è ‘cucito’ su misura – conclude Simona Broccoletti -. L’équipe, presente nella relazione con i ragazzi in ogni momento della giornata, segue alcune costanti: accoglierli e farli sentire liberi di esprimersi; accompagnarli nei momenti critici; prepararsi con loro alle crisi future, consapevoli che arriveranno; lavorare in costante contatto con servizi invianti e famiglie, mantenendo queste ultime sempre coinvolte per migliorare le dinamiche relazionali e aumentare le possibilità di riuscita del percorso. Accompagnati, ma anche autonomi: da sempre gli ospiti fanno poi vita sociale nel quartiere e partecipano a diverse attività. Laboratori ed esperienze esterne — escursioni, gite, visite, arrampicate — qualsiasi occasione possa rappresentare per loro uno stimolo e un’opportunità di attivazione.”

