20 Aprile 2024
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Un ex albergo di un piccolo paese dell’Appennino, Pellegrino Parmense: è qui che prende avvio, nel 2012, l’impegno della Fondazione CEIS nel campo dei Disturbi Alimentari. In Volo nel 2019 si sposta poi a Parma città e rapidamente cresce. Non solo sviluppa il percorso residenziale, ma si apre anche all’attività diurna e semi-residenziale.

“L’obiettivo è ricostruire un vero e proprio rapporto tra le ragazze e il cibo. Andando a una quotidiana contrattazione con le ospiti e a una costante riprogrammazione della loro dieta. Che consenta loro non solo di riprendere peso, ma anche l’amore e un rapporto sano con il cibo”. L’esperienza e la storia di In Volo è raccontata da Roberto Berselli, vice presidente del Consorzio Gruppo CEIS e già presidente del Centro di Solidarietà l’Orizzonte.

Stefania Pasella, responsabile della struttura: “Il nostro modello prevede il coinvolgimento delle famiglie in un percorso di accompagnamento e responsabilizzazione. L’obiettivo è che, al momento delle dimissioni, le ragazze siano in grado di mangiare con i propri familiari e in situazioni sociali conviviali”.

Quindi la testimonianza di Flavia Onofrio, ex ospite di In Volo, oggi cuoca per il CEIS.

Psichiatria adulti: ecco la straordinaria storia della Comunità La Barca, che oggi si trova nel complesso di Cognento dedicato a Roberto Ferrari, già volontario e vice presidente della Fondazione: è stato il primo servizio CEIS non legato alle tossicodipendenze.

Boze Klapez ne fu responsabile fino al 2003, in principio la comunità accoglieva pazienti dismessi dall’ Ospedale Psichiatrico di Reggio-Emilia e dall’Ospedale Psichiatrico Giudiziario della medesima città. “In ospedale i ragazzi venivano trattati da pazienti e curati da specialisti. In Comunità erano considerati ‘persone attive’, sostenuti da personale dedicato ma chiamati ad essere responsabili”.

Oggi La Barca è una Residenza accreditata al Servizio Sanitario Regionale: da “luogo di vita” si è trasformata in “luogo di riabilitazione”.

Il compito dell’équipe multiprofessionale che opera con gli ospiti è quello di aiutarli a “riacquisire un ruolo sociale all’interno della comunità tenendo conto della propria patologia”, come spiega Stefano Carafoli, responsabile della struttura e operatore della Barca da 25 anni: “È un processo di recovery e quindi di guarigione che non parla dell’assenza del sintomo, ma di un nuovo equilibrio”. Quel nuovo equilibrio che con impegno sta cercando Luana, tra i piccoli compiti in Comunità e le relazioni con l’esterno.

Psichiatria minori: per rispondere alla crescente complessità del sistema e ai nuovi “bisogni” dei ragazzi, è nata la Comunità Eureka a Bologna, in via Massarenti. Inaugurata nel 2019, in sostituzione della Comunità San Martino, ospita solo minorenni maschi. Ne parla Martina Bottazzi, coordinatrice CEIS per l’Area Psichiatrica.

 

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