17 Maggio 2024
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ormalmente la Fondazione CEIS inizia ad operare a Parma nel gennaio 2015, ma in realtà confluisce in essa la storia del Centro di Solidarietà L’Orizzonte, per tutti il “CeIS di Parma”.

Nato l’8 novembre 1986 con il sostegno dell’Amministrazione Comunale e della Diocesi di Parma, il Centro è stato un unicum nella storia della Federazione Italiana Comunità Terapeutiche perché non nasce da un padre fondatore, ma dalla volontà di volontari che si uniscono per affrontare un problema comune: la tossicodipendenza dei propri figli.

Raccontano questa storia Roberto Berselli, presidente del L’Orizzonte dal 1996 al 2014 ed oggi vice presidente del Consorzio Gruppo CEIS (Del vissuto de L’Orizzonte, chiaramente, rimane tutto: il suo impegno sulla città di Parma, l’attività nelle tossicodipendenze, il ‘Progetto Uomo’ declinato in Comunità, così come in tutte le altre iniziative che assieme a Fondazione abbiamo aperto sulla città”); e Paola Abbati che da volontaria divenne operatrice ed oggi è responsabile dell’accreditamento (“Le strutture CEIS per le dipendenze patologiche e per la psichiatria sono ad oggi tutte accreditate. Parliamo di nove strutture che rientrano nell’ambito del Servizio Sanitario Regionale”).

Si ricordano la prima accoglienza in Piazzale San Giacomo, il ruolo dei padri Stimmatini, il coinvolgimento della città e delle sue forze produttive. L’apporto fondamentale dei primi presidenti Giampaolo Riccò, Giorgio Michelotti e padre Fausto Torresendi, e dei tanti volontari e soci. Il contributo della Fondazione Cariparma, fondamentale per la costruzione della Comunità.

Oggi a Parma l’attività nelle dipendenze è portata avanti nella Comunità Terapeutica Airone con i suoi due moduli “Albatros” per alcolisti e “Maggiolino” per minori. L’intensa attività viene descritta da Marinella Bandini, responsabile del “Maggiolino”: Il progetto fornisce regole e norme, scandisce tempi e spazi ma, al contempo, accoglie all’interno di relazioni fortemente connotate a livello affettivo. Diventa lo spazio dove crescere e trovare la propria identità. Offre l’incontro con riferimenti adulti in grado di fornire modelli adeguati a promuovere e sostenere i processi di crescita e di sviluppo psicofisico”.

Massimo Castelluzzo, referente del modulo Albatros: “Interagiamo attraverso gruppi terapeutici quotidiani. Gli adulti che si rivolgono a noi sono spesso reduci da altre esperienze comunitarie senza successo. Noi offriamo uno specifico ‘modulo alcolisti’ e siamo una delle poche strutture ad avere attivato questo percorso”.

Stefano, ci racconta poi della sua esperienza, del suo percorso e dei suoi desideri per il futuro dopo la Comunità: “Qui mi hanno aiutato a vedere delle alternative a ciò che facevo prima, a riprendere in mano la mia vita. La parte più difficile è accettare l’aiuto che ti viene dato, e che all’inizio non vuoi riconoscere come importante. Quando impari ad accettarlo è la svolta…”.