28 Marzo 2024
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Gianluca Francia

di Gianluca Francia*

Sono diverse le sedi CEIS che si occupano di interventi rivolti a madri con figli. Gestiamo strutture ad alta autonomia per madri con figli come il Salice, che può accogliere fino a cinque nuclei familiari, e l’appartamento Barbieri, che ne può accogliere tre.

Si tratta di servizi a bassa intensità educativa, che operano per il superamento di situazioni di disagio, per l’acquisizione delle autonomie personali e per il sostegno alla genitorialità.

A Parma abbiamo poi la Comunità Le Cento Lune, che ospita donne sole o con figli nella fascia serale e notturna. Accoglie fino a 13 donne adulte ed offre, oltre alla colazione e ad una sistemazione per la notte, anche attività educative, orientamento sul territorio, momenti ludici. Si tratta di un servizio che lavora in stretta sinergia con i servizi sociali del Comune e con la Caritas Diocesana.

Nel gennaio 2021 ha aperto a Modena la Comunità per gestante e madre con bambino Piccola Città in grado di ospitare fino ad otto nuclei e finalizzata ad un lavoro di osservazione e sostegno delle competenze genitoriali.

Un’altra Comunità madre-bambino, Il giardino dell’ospitalità, collocata in Romagna, è entrata a far parte del Gruppo CEIS dal febbraio di quest’anno. Precedentemente era gestita dall’Associazione Bandini.

Questa tipologia di servizio è presidiata giorno e notte dall’équipe degli educatori che lavorano con l’obiettivo di accompagnare le madri nell’acquisizione di competenze genitoriali e di incrementare la capacità di cura del proprio figlio. Si parte dai bisogni di base per arrivate alle esigenze affettive ed emotive dei minori.

I nuclei madre-bambino entrano in Comunità su invio dei servizi sociali, spesso con il coinvolgimento del Tribunale per i minorenni.

In Comunità si prevede un primo lavoro di accoglienza: chi entra in struttura, anzitutto, si deve sentire a casa e percepirla come un luogo sicuro, dove si è affiancati da operatori a cui si può affidare.

I modelli teorici di riferimento sono quello sistemico-relazionale e la teoria dell’attaccamento. Viene stilato un progetto di vita per la madre, lavorando sulle autonomie, e un progetto educativo individualizzato per il minore. Gli strumenti di lavoro sulla genitorialità sono costituiti da griglie di osservazione, colloqui, gruppi condotti dalle educatrici, e prevedono anche momenti di affiancamento pratico.

L’osservazione delle dinamiche tra madre e figlio, che tiene conto del punto di vista di tutti gli operatori dell’équipe, si gioca in vari ambiti, sia all’interno della Comunità che all’esterno, e prevede il continuo confronto con il genitore.

Ci si propone di far sintonizzare la madre con i bisogni del figlio. Ci si pone come mediatori tra i linguaggi e le richieste dei bambini in modo che siano comprensibili per la madre, al fine di aumentare così la sensibilità del genitore.

Quando il genitore comprende come “funziona” lui stesso nel ruolo di cura, come funziona il bambino e che traiettorie percorre il loro gioco relazionale, si avanza una proposta di cambiamento intervenendo sugli aspetti maggiormente critici, quelli che lo portano a non riuscire ad espletare completamente il proprio compito genitoriale.

La Comunità madre-bambino Piccola Città ha accolto persone provenienti da vari paesi, una trentina nel 2021, la metà di queste di nazionalità italiana. Anche le richieste di inserimento nel 2022 sono state numerose, dai servizi regionali, ma non solo, abbiamo accolto anche nuclei provenienti dalla Toscana.

I percorsi possono portare i nuclei familiari al passaggio ad una seconda accoglienza. Significa che il presidio educativo è più basso. Il nucleo ha raggiunto maggiore autonomia e il genitore si può sperimentare con il proprio figlio in un appartamento esterno alla struttura per continuare il proprio percorso e approfondire ulteriormente le competenze genitoriali in un contesto più vicino alla vita reale.

* Coordinatore Area Socio-Assistenziale e Genitorialità