15 Maggio 2024
Home > Case accoglienza HIV > Casa Padre Marella, una “rete sociale” per le persone malate di Aids
Lara Guzzinati

di Lara Guzzinati *

Casa Padre Marella è in via Massarenti, al confine con il centro storico di Bologna, da ottobre 2019.
È dotata di 14 posti destinati a persone, inserite dall’Azienda AUSL di Bologna, affette da Aids e con una rete sociale e abitativa impossibilitata a farsi carico della loro situazione.

Al terzo piano dello stesso immobile è presente la comunità minori Eureka, che accoglie 9 ospiti con disturbi di tipo psicologico e sociale, d’intesa con i servizi sociali di Bologna e della Città Metropolitana, oltre che del Centro di giustizia minorile.

Prima Casa Marella era in provincia, a Sala Bolognese, dove siamo nati nel 2008.

Il trasferimento a Bologna è legato all’opportunità di dare una risposta ancora più forte alle esigenze sanitarie e di socializzazione delle persone affette da Aids, per aumentare le quote di autonomia e le potenzialità dei nostri ospiti e per la vicinanza al Policlinico Sant’Orsola.

Accogliamo persone di sesso maschile e femminile, tutte maggiorenni.

I rapporti tra gli ospiti di Casa Marella e di Eureka sono di assoluto buon vicinato.

La nostra impronta è prettamente sanitaria, ospitando persone con Aids, e collaboriamo con la Divisione Malattie Infettive del Sant’Orsola, dove si svolgono le visite ordinarie di controllo.

Accogliamo anche persone fragili, vulnerabili, che non possono contare su un adeguato supporto o per le quali la permanenza nel nucleo famigliare non risulta possibile.

La Comunità rappresenta un ambiente famigliare che permette agli ospiti di affrontare i problemi e le conseguenze pratiche e psicologiche connesse alla malattia, ma non solo. La Casa vuole essere anche un luogo di accoglienza, di incontro e condivisione di storie, emozioni, interessi e momenti di festa.

Ogni ospite contribuisce, in base alle proprie possibilità, alla vita della casa, alla cura degli spazi e alle attività quotidiane, nella consapevolezza di essere accolto nella sua totalità.

L’Aids oggi rappresenta una patologia assolutamente cronica. È ancora importante e presente, anche se il riverbero sociale e di visibilità è assolutamente calato negli anni.

I nostri ospiti necessitano di un’offerta sanitaria ma anche sociale, di inserimento e integrazione sociale.

Parliamo infatti di una patologia, l’Aids, che ancora oggi richiede una grande quota di attenzione.

A Casa Marella abbiamo un’équipe multiprofessionale che vede la presenza di 14 operatori con le più svariate professionalità: psicologi, infermieri professionali, OSS, educatori, cuochi.

L’obiettivo non è tanto quello di creare una quotidianità improntata sull’aspetto clinico od ospedaliero, ma una realtà fatta di persone, interazioni sociali, interessi, talvolta di conflitti, ma tutti improntati sulla relazione.

I valori, le linee guida, l’approccio educativo sono quelli che da sempre caratterizzano il CEIS. Declinato con sfumature che implicano aspetti sanitari.

Con l’arrivo a Bologna la nostra quotidianità è cambiata. Abbiamo avuto, per così dire, un avvio davvero col “botto”. Sin dalle prime settimane si è creata una bellissima collaborazione con la parrocchia della nostra zona e con il gruppo scout. Abbiamo anche organizzato un concerto di musica jazz a cui hanno partecipato anche diversi cittadini.

Poi è arrivato il virus e abbiamo dovuto “chiuderci in casa” completamente, riducendo le visite e concentrandoci soprattutto sul percorso di cure degli ospiti.

Siamo riusciti comunque a organizzare dei laboratori artistici e dei cineforum che ci hanno tenuti impegnati, nonostante il lungo periodo difficile anche dal punto di vista psicologico.

Dopo la quarantena forzata a causa del Covid, siamo ripartiti: vale ad esempio la pena ricordare, nel luglio 2021, il concerto di musica classica che l’Ensemble Concordanze ha tenuto nel nostro giardino.

E ancora, nel 2022, abbiamo proposto altri due appuntamenti pubblici, a fine settembre: “Ceramica”, rassegna delle produzioni che i nostri ospiti, una decina, ‘ragazzi’ dai 40 ai 55 anni, hanno realizzato con la scultrice Laura Zizzi in collaborazione con Nicola Zamboni; quindi un saggio teatrale “Da qualche parte… sopra l’arcobaleno. Alla ricerca di sogni passati e futuri”, tratto dal Mago di Oz, sotto la guida di Micaela Casalboni, Caterina Bartoletti, Francesco Izzo Vegliante della compagnia teatrale ITC Teatro dell’Argine”.

Mi piace infine ricordare le parole dell’Arcivescovo e Presidente della CEI, Matteo Maria Zuppi, in occasione dell’inaugurazione di Casa Marella: “…mi auguro che il mondo del volontariato e della solidarietà si faccia sempre coinvolgere in luoghi come questi, senza indifferenza né paura. Casa Padre Marella è un dono di Natale in anticipo. Un segno di speranza”.

*Responsabile Casa Alloggio Padre Marella

 

PHOTOGALLERY