ome spesso capita nella nostra storia, le sfide più grandi sono quelle che ci impegnano per prime. Così è per l’esperienza con i minori, iniziata nel 1999 per rispondere positivamente ad una richiesta del Centro per la Giustizia Minorile di Bologna di realizzare una Comunità per minori provenienti dal circuito penale esterna al carcere del Pratello.
Parlano di questa avventura, complessa quanto sfidante, due operatori CEIS con ampie e consolidate competenze, chiamati a dar corpo dal nulla alla nuova realtà. Isauro Galavotti: “Portammo l’esperienza maturata nelle nostre Comunità. Proponemmo dunque a quei ragazzi, in maggioranza stranieri, un modello di intervento fortemente educativo”.
E Boze Klapez: “La regola principale era chiara: tutti noi ci impegniamo a rispettare noi stessi, gli altri e l’ambiente in cui viviamo. Un precetto bellissimo, ma i ragazzi che provenivano dal carcere avevano idee ben differenti, volevano fare quello che pareva loro. È stato un percorso lungo. Abbiamo cominciato con delle norme per regolamentare la giornata: gli orari, i pranzi, i permessi per le uscite, i rientri nelle camere. Le cose sono migliorate col tempo…”.
L’attività rivolta ai minori, soprattutto la possibilità di agire con un intervento educativo importante, ha da subito coinvolto profondamente il CEIS, portandoci ad aprire molte Comunità educative in tutte le province in cui operiamo.
Comunità che si differenziano per numero, per sesso e tipologia d’intervento, assecondando i bisogni dell’ospite e il progetto educativo pensato per ciascuno assieme ai servizi invianti.
Dell’intenso lavoro coi minori parlano Alessio Costetti, coordinatore dell’Area Minori, e Martina Bottazzi, coordinatrice per l’Area Psichiatrica, che racconta dell’esperienza, a Bologna, della Comunità integrata Eureka per minori con gravi problematiche psicologiche.
Alessio Costetti: “Sono passati tanti anni e ne sono successe di tutti i colori… Abbiamo ottenuto grandi risultati con ragazzi che sembravano irrimediabilmente ‘persi’. Ma di irrecuperabile, quando si parla di adolescenti, non c’è niente. Tanto di complicato, ma nulla di irrimediabile. Le ferite pure ci sono state, il cui ricordo ci fa da stimolo ed esperienza per il futuro. Si imparano tante cose anche dai fallimenti”.
Martina Bottazzi: “Eureka ci consente di lavorare su più fronti: abbiamo il neuropsichiatra così come la psicoterapeuta, in aggiunta a una forte presenza educativa specializzata nell’accoglienza di ragazzi che mostrano comportamenti dirompenti, autolesivi, con situazioni familiari ‘al limite’ e violente. Quello che ci piace dire ad Eureka è che… qui si misurano anche i respiri”.
L’attenzione ai minori è d’altronde un’esigenza trasversale ai vari ambiti d’intervento si pensi ai moduli “Maggiolino” e “Blog” per minori con problematiche di dipendenza da sostanze o alla Comunità In Volo che ospita minori con disturbi del comportamento alimentare.
Padre Giovanni Mengoli, presidente del Consorzio Gruppo CEIS, apre invece la riflessione sui minori stranieri non accompagnati. “Altra grande sfida educativa che, con alterni risultati ma con estrema coerenza, cerchiamo di portare avanti dal 2001. Nonostante le complessità, credo valga la pena continuare in questo nostro lavoro. Secondo il nostro stile e mettendo sempre i minori al centro del percorso. A noi interessa che per questi ragazzi il futuro sia migliore: poco importa se sono arrivati scappando dalla guerra, se attraverso un percorso migratorio condiviso con la famiglia o per qualsiasi altro motivo”.
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