di Monsignor Erio Castellucci*
Ringrazio padre Giuliano Stenico, un amico, persona competente, disponibile, a cui varie volte ho chiesto consulenza e collaborazione. Sempre, con grande prontezza, ha risposto. Ringrazio il CEIS, che a Modena significa tanto.La persona al centro, non il caso o la malattia, ma la persona. Con un’attenzione alle risorse, alle potenzialità che ciascuno, anche se ferito nell’anima, nella mente, negli affetti, può e deve continuare ad esprimere. Oltre alla confidenza nelle possibilità di ciascuno di uscire dalla dipendenza.
Quando il CEIS nacque a Roma, con don Picchi, si parlava unicamente di dipendenza da sostanze, oggi sono tanti i tipi di difficoltà.
Il significato per noi modenesi di questa istituzione e del suo impegno quarantennale è quello di uno spazio di libertà che il CEIS realizza recuperando persone affette da tante dipendenze: perché restituisce la possibilità di scegliere e di costruire la propria vita, e quindi dignità.
Grazie anche alle centinaia di persone che vi operano, sia assunti che volontari, e a quelli che si stanno formando con il CEIS.
Buon compleanno, dunque! Questi sono i vostri “primi quarant’anni”…
*Arcivescovo Modena-Nonantola