12 Novembre 2024
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ent’anni di esperienza con i minori stranieri non accompagnati. Padre Giovanni Mengoli, presidente del Consorzio Gruppo CEIS: “Un’altra delle grandi sfide educative che tra i primi, con alterni risultati ma con estrema coerenza, cerchiamo di portare avanti dal 2001. Nonostante le complessità, credo valga la pena continuare in questo nostro lavoro con i MSNA. Secondo il nostro stile e mettendo sempre i minori al centro del percorso. A noi interessa che per questi ragazzi il futuro sia migliore: poco importa se sono arrivati scappando dalla guerra, se attraverso un percorso migratorio condiviso con la famiglia o per qualsiasi altro motivo. La Comunità deve dare un ‘senso’ vero alla loro presenza, sostenerli verso l’autonomia e l’integrazione. Ciò che gratifica, e ci spinge ad andare avanti, è vedere questi giovani, che a tutti gli effetti sono cittadini dell’Emilia-Romagna, che nel tempo tornano in comunità a salutare, a condividere le loro gioie personali, di studio e di lavoro”.

Quando poi, nel 2017, le sollecitazioni della diocesi di Modena e di tanta parte della cittadinanza si fecero più insistenti, come CEIS decidemmo: era tempo di dare un segnale forte, di impegnarsi anche sul versante dei migranti adulti e dei richiedenti asilo. E così è ancora oggi…

L’attuale responsabile dell’Area Migranti e MSNA è Lilly Giambalvo: “Il CEIS è una delle principali realtà di riferimento per l’accoglienza MSNA in Emilia-Romagna. Abbiamo la comunità Atlante a Modena e Casa Merlani a Bologna, con la disponibilità di 30 posti di Pronta Accoglienza in ciascuna struttura. Il passaggio nelle strutture di Seconda Accoglienza avviene, di norma, dopo circa un mese. Argonauta, San Pancrazio, Villanova, Casa Ada nel modenese, per oltre settanta posti complessivi. Nel Villaggio del Fanciullo e a Il Ponte a Bologna, per più di cinquanta posti. Qui vengono avviati i progetti di formazione e i ragazzi iscritti agli istituti professionali, in un percorso di progressiva autonomia. Rispetto al passato, i fenomeni di devianza sono aumentati in proporzione ai flussi, così come la complessità nel riuscire a tarare le risorse rispetto alle caratteristiche degli ospiti. Restiamo in prima fila, pur a fronte di una carenza di norme, risorse e interventi nazionali spesso inadeguati, a fronteggiare questa realtà in continuo divenire”.

La fotografia attuale dei migranti riguarda Modena, 88 posti CAS con invii dalla Prefettura, e altrettanti adulti (uomini singoli o nuclei familiari) coinvolti nei percorsi SAI. Una volta ottenuti i documenti, le priorità per i richiedenti asilo sono la formazione e l’inserimento lavorativo.

In precedenza, l’impegno del CEIS per offrire un modello diverso anche attraverso risorse proprie, lo racconta Fabrizio Costa. “Il messaggio che da subito volevamo portare a queste persone è che la vera integrazione si raggiunge anzitutto imparando la lingua italiana, attraverso un lavoro e rendendosi autonomi. Abbiamo quindi dato la possibilità, a chi ha ultimato con noi i vari percorsi, di continuare il proprio cammino verso l’autonomia all’interno di alcune soluzioni abitative messe a disposizione fuori da ogni tipo di bando o progetto con altre istituzioni. In un rapporto diretto, costante, tra CEIS e persone accolte. Nei primi mesi del 2022 ci siamo poi trovati di fronte all’emergenza causata dalla fuga di tante persone dall’Ucraina in guerra. Abbiamo subito accolto oltre venti profughi, prevalentemente nuclei familiari composti da donne con bambini, molto spaesati e in difficoltà, cercando di dare conforto e accoglienza”.

 

 

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