29 Marzo 2024
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ent’anni di esperienza con i minori stranieri non accompagnati; quando poi, nel 2017, le sollecitazioni della diocesi di Modena e di tanta parte della cittadinanza si fecero più insistenti, come CEIS decidemmo: era tempo di dare un segnale forte, di impegnarsi anche sul versante dei migranti adulti e dei richiedenti asilo. E così è ancora oggi…

Fu proprio padre Giuliano a chiedere a tutto il Centro un’azione di “testimonianza”, di occuparci, in un tempo così difficile, di un tema altrettanto scomodo. Così ci spronò nella lettera di Auguri del Natale 2017: “Gesù viaggia nel grembo di Maria incinta con tutte le donne incinte, costrette ad attraversare i mari per disperazione. Migrante da Nazareth verso Betlemme, si accompagna con tutti i migranti di oggi. Egli, senza tetto, abita con tutti i senza tetto che affollano le periferie del mondo. Minacciato di morte da Erode è con i tanti che, oggi, vengono uccisi per odio etnico o religioso. Accoglie per primi i pastori, classe sociale esclusa e disprezzata. E tu con chi stai?”.

Non si tratta però solo di esprimere una vicinanza agli ultimi, ma più in generale di “giustizia sociale”, di comprensione dei fenomeni di sfruttamento e arricchimento messi in atto dall’Occidente nei confronti dei Paesi del Sud del mondo, in particolare africani.

Cercare di applicare i principi generali di centralità della persona, responsabilità e autonomia al settore dei migranti non è però compito facile, stretti tra le legittime aspirazioni dei singoli ed un sistema normativo che non facilita l’integrazione, non premia l’impegno e non riconosce il merito, volendo ridurre il tutto ad un mero assistenzialismo che crea solo diffidenza.

Nonostante ciò l’impegno del CEIS è di offrire un modello diverso anche attraverso risorse proprie, come racconta Fabrizio Costa, coordinatore dell’Area Migranti. Il messaggio che vogliamo portare a queste persone è che la vera integrazione si raggiunge anzitutto imparando la lingua italiana, attraverso un lavoro e rendendosi autonomi. Abbiamo quindi dato la possibilità, a chi ha ultimato con noi i vari percorsi, di continuare il proprio cammino verso l’autonomia all’interno di alcune soluzioni abitative messe a disposizione fuori da ogni tipo di bando o progetto con altre istituzioni. In un rapporto diretto, costante, tra CEIS e persone accolte. Nei primi mesi del 2022 ci siamo poi trovati di fronte all’emergenza causata dalla fuga di tante persone dall’Ucraina in guerra. Abbiamo subito accolto oltre venti profughi, prevalentemente nuclei familiari composti da donne con bambini, molto spaesati e in difficoltà, cercando di dare conforto e accoglienza”.

 

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